Politica

Prevenzione e meno manette. Marcia indietro sulle partite Iva

Prevenzione e meno manette. Marcia indietro sulle partite Iva

RomaTra qualche mese, annuncia il premier Matteo Renzi, ci sarà una marcia indietro sui giovani delle Partite Iva, compensando le penalizzazoni contenute nella Legge di Stabilità. Già oggi, prenderà il largo un nuovo regime fiscale che, nelle intenzioni, punta più sulla carota che sul bastone. Un po' meno «manette agli evasori» e un po' più di cooperazione tra fisco e contribuenti.

Al Consiglio dei ministri della vigilia di Natale, oltre al capitolo Lavoro e quello del salvataggio dell'Ilva, approda il decreto delegato che attua la riforma fiscale su sanzioni e «abuso di diritto». Le nuove norme puntano a passare da un approccio punitivo a uno preventivo.

In particolare, la soglia di punibilità penale fiscale si alza da 50 a 150mila euro d'imposta evasa nelle dichiarazioni infedeli.

L'obiettivo - così come per la riforma del lavoro - è creare un ambiente favorevole alle imprese estere che investono in Italia. Ed evitare altri casi come quello che ha coinvolto recentemente Dolce & Gabbana. Perché l'evasione sia rilevante dal punto di vista penale, bisogna che si dimostri una volontà reale di aggirare il fisco. Quello che deciderà non sarà l'interpretazione errata di una norma (come nel caso degli stilisti milanesi), ma i «trucchi» realizzati per non pagare le tasse.

Poi viene rafforzata la compliance fiscale, con il metodo della cooperazione. Se una società lo chiede, il fisco fornirà i propri esperti che la affiancheranno per indicare la corretta strada per rispettare le norme. È il nuovo corso annunciato dalla direttrice dell'Agenzia delle Entrate Rossella Orlandi, che punta all'accordo con i contribuenti. È la stessa filosofia del 730 precompilato che, però, secondo molti, rischia di diventare un boomerang a svantaggio dei contribuenti. In particolare di chi non si adegua alle valutazioni del fisco.

Per un fronte fiscale che si chiude, se ne apre un altro. Sulle partite Iva, dopo le polemiche dei giorni scorsi sui giovani penalizzati dalla Legge di Stabilità, il premier Renzi ha annunciato che è «sacrosanto un intervento correttivo e mi assumo la responsabilità di fare un provvedimento ad hoc nei prossimi mesi». È un riconoscimento delle tesi dei professionisti, in rivolta contro una legge di Stabilità che li penalizza, traditi da un premier che consideravano vicino. Renzi ieri ha ammesso che per gli autonomi è stato fatto poco. Nella legge di Stabilità è previsto un taglio delle tasse di un miliardo per le partite Iva, ma «la suddivisione interna, a mio giudizio, ha premiato un po' troppo i commercianti e gli artigiani, che poveretti ne hanno comunque bisogno, mentre non ha valorizzato a dovere la piccola nicchia di giovani professionisti. Io per primo non sono soddisfatto».

Il riferimento è soprattutto all'innalzamento del tetto di reddito per accedere al regime dei minimi, che con la Legge di Stabilità, passa da 30 a 15mila euro all'anno.

Commenti