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"Alle primarie mi cercano". Le intercettazioni di Buzzi macchiano la vittoria del Pd

L'ombra del boss delle coop si allunga sul successo di Marino. E si complica il caso della strana carriera della sorella al Mibac

Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana
Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana

Roma - La cricca di Carminati&Buzzi brigava anche per condizionare le primarie del Pd. Nelle carte dell'inchiesta su mafia capitale ci sono intercettazioni in cui il boss delle cooperative parlava di strategie per il candidato sindaco con Daniele Ozzimo, futuro assessore alla Casa con Ignazio Marino poi dimessosi perché coinvolto nell'indagine.

«Sulle Comunali - dice Buzzi - c'avemo una serie di persone che ci stanno a cercà, noi ovviamente stiamo a dì a tutti che stamo posizionati su di te... mi ha chiamato Athos De Luca...e coso Zambelli». Per fare affari bisognava avere le persone giuste al posto giusto. E Buzzi lavorava per questo. Senza che nessuno, a Roma, se ne rendesse conto. Come è stato possibile? Marino si inalbera quando gli domandano se il sindaco «poteva non sapere» che il suo Comune era praticamente in mano ad una cricca di mafiosi. E scarica su due piedi il prefetto Giuseppe Pecoraro: «Se non lo sapeva lui come potevo saperlo io». Riferendosi all'incontro avvenuto lo scorso 18 marzo tra il prefetto e Buzzi nel corso del quale i due parlarono del Cara di Castelnuovo di Porto. «Siamo in una città - risponde Marino, ospite ad un dibattito - in cui un prefetto riceve nel suo studio una persona che ora è agli arresti per il 416 bis e parla di progetti dal punto di vista delle cooperative. Se un prefetto lo riceve, è chiaro che nessuno di noi pensa che lo fa sapendo che quella persona è indagata o attenzionata per mafia. Ma se non lo sapeva il prefetto, che ha a disposizione tutte le forze dell'ordine della città, come faceva a saperlo il sindaco?». Nessuno sapeva cosa ci fosse realmente dietro alla cooperativa «29 giugno» e così Buzzi ha continuato a macinare appalti pubblici, a inaugurare campi nomadi e a partecipare a cene elettorali.

Continuano, intanto, i trasferimenti degli arrestati eccellenti. Buzzi è già da tre giorni nel carcere nuorese di Badu 'e Carros. Ieri è toccato a Massimo Carminati lasciare Regina Coeli per una questione di «incompatibilità ambientale»: la sua nuova cella è nel carcere di massima sicurezza di Tolmezzo, in provincia di Udine. Trasferiti anche altri indagati.

È diventata un caso la vicenda della sorella di Buzzi, Anna Maria, dirigente del ministero dei Beni Culturali, anticipata ieri da il Giornale . Sua figlia sarebbe stata agevolata dallo zio in un concorso al Comune di Roma per un posto da ispettore amministrativo e ora i grillini chiedono conto dell'accaduto al ministro Dario Franceschini. Walter Veltroni e Giovanna Melandri, invece, hanno annunciato querele a il Giornale che aveva reso conto di come la carriera di Annamaria Buzzi fosse decollata proprio durante le loro gestioni del ministero. Da segnalare anche la difesa d'ufficio di Silvio Berlusconi da parte di Daniela Santanchè, deputata di Fi, dopo che l'ex premier nei giorni scorsi aveva chiesto le dimissioni del primo cittadino e questi gli aveva praticamente dato del pregiudicato.

«Marino non si permetta di dare giudizi strampalati e falsi su Berlusconi - dice la Santanchè - anche perché tutti gli italiani hanno una certezza: Berlusconi non ha mai rubato i soldi degli italiani mentre i compagni di merende di Marino sì».

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