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Prime simulazioni: resta il rischio ingovernabilità

Noto (Ipr): solo M5s, Lega e Fdi insieme sfiorano la maggioranza. Ghisleri: incertezza massima

Prime simulazioni: resta il rischio ingovernabilità

Roma - La giravolta di Matteo Renzi sulla legge elettorale «spiazza» i sondaggisti. La virata del Pd sul Rosatellum, dopo che la commissione Affari costituzionali della Camera aveva trovato l'intesa su una versione corretta dell'Italicum, rimette al lavoro gli analisti politici. La proposta ufficiale del Pd introduce un sistema misto: 303 deputati sono eletti in altrettanti collegi uninominali con un maggioritario secco, altri 303 sono eletti con metodo proporzionale in 80 circoscrizioni in listini bloccati di quattro nomi con soglia di sbarramento al 5%. I restanti 24 seggi sono assegnati nelle circoscrizioni estere e nelle Regioni di Trentino Alto Adige e Valle D'Aosta. Tutto da rifare, dunque, per i sondaggisti. Report da azzerare. Per avere un quadro più nitido su un possibile scenario politico, all'indomani del voto, nel caso in cui la nuova legge elettorale ottenga il via libera dal Parlamento, bisognerà attendere una decina di giorni.

Antonio Noto, direttore dell'istituto di ricerche Ipr Marketing, interpellato dal Giornale, distingue subito i due livelli: maggioritario e proporzionale. «Al momento - spiega Noto non siamo in grado di ipotizzare una maggioranza politica nei collegi uninominali. Il sistema dei collegi, così come previsto dal Rosatellum, richiede un lavoro differente rispetto alle rivelazioni fatte fino ad oggi. Vanno individuate le circoscrizioni campione su cui effettuare il sondaggio per tracciare le intenzioni di voto. Ad oggi non conosciamo né la suddivisione in collegi del territorio nazionale, né la composizione numerica». «Discorso a parte - sottolinea il direttore di Ipr va fatto per il 50% di deputati che sarà assegnato con il metodo proporzionale dove è possibile tratteggiare uno scenario politico. In quel caso, sulla base dei report in nostro possesso, l'unica ipotesi che si avvicina alla soglia dei 316 deputati, necessaria per aver la maggioranza alla Camera dei Deputati, impone una coalizione, alquanto anomala, tra M5s-Lega Nord e Fratelli di Italia». La somma dei seggi assegnati ai tre partiti arriva a 310 deputati. Meno 6 dalla maggioranza. C'è però una doppia incognita. La prima: le sorprese che potrebbero arrivare dai collegi uninominali, dove prevale un voto territoriale capace di capovolgere le previsioni. La seconda: lo sbarramento del 5% che mette a rischio partiti come Fratelli d'Italia e Alternativa Popolare. «In quest'ultimo caso, se Fdi e Ap non raggiungono il 5%, l'unica strada percorribile - chiarisce Noto impone un accordo di governo, improbabile, tra Pd e M5S».

La conferma del rischio «balcanizzazione» del Parlamento è contenuta anche nelle parole di Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research, che al Giornale spiega: «Il Rosatellum rende il quadro ancora più incerto. L'analisi sui collegi impone una metodologia di rivelazione differente, calibrata sui singoli territori per testare le intenzioni di voto».

Ad oggi, l'unica certezza dei sondaggisti resta l'alto rischio di ingovernabilità.

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