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La Procura fa flop però bacchetta la Cassazione

Azzerato il processo all'ex primario, ma il magistrato insiste: «Era un'indagine sperimentale»

La Procura fa flop però bacchetta la Cassazione

Roma Dopo l'arresto, i titoloni sui giornali, i servizi in Tv e una carriera nell'olimpo della medicina distrutta da sei anni di gogna mediatica e giudiziaria, la Cassazione ha restituito se non altro l'onore a Maria Grazia Modena, l'ex primario di Cardiologia del Policlinico di Modena, in passato anche presidente della Società italiana di Cardiologia, travolto dall'inchiesta «camici sporchi» che nel 2012 portò in carcere nove cardiologi, accusati di usare i pazienti come cavie per sperimentare presidi sanitari a loro insaputa e senza autorizzazioni. Questo nonostante il procuratore capo di Modena, Lucia Musti, abbia comunque voluto rivendicare il lavoro dell'accusa, lasciando così un'onta immeritata su una persona uscita completamente pulita dai tre gradi di giudizio: «Il nostro lavoro sperimentale di indagine è stato valido».

È stato uno scandalo senza precedenti per la sanità modenese, con accuse pesantissime, che andavano dalla corruzione, all'associazione a delinquere, dalla truffa al sistema sanitario all'abuso d'ufficio e al falso. Per la professoressa Modena anni di inferno, trascorsi tra un'aula di tribunale ed un'altra, tra condanne e assoluzioni. Fino alla riabilitazione definitiva, arrivata sabato scorso, con la Cassazione che ha annullato senza rinvio l'ultima condanna rimasta in piedi, quella per falso, e dichiarato inammissibili i ricorsi del pg di Bologna e delle parti civili contro l'assoluzione ottenuta in appello per gli altri reati. Capitolo chiuso, dunque, ed enorme sollievo per Maria Grazia Modena che adesso potrà dedicarsi a rimettere in piedi la sua carriera, a riprendersi i suoi pazienti e il suo reparto, per trasformarlo come aveva cominciato a fare prima dell'inchiesta in un'eccellenza internazionale. Ma dovrà farlo senza che i magistrati che la accusavano abbiano riconosciuto di essersi sbagliati nei suoi confronti. Anzi, nei giorni scorsi il procuratore Musti - recentemente ascoltata dai pm romani nell'ambito dell'inchiesta Consip e la cui nomina è stata da poco annullata dal Consiglio di Stato - ha commentato la pronuncia della Suprema Corte: «La Cassazione non dichiara le persone innocenti o colpevoli - ha detto il magistrato - il provvedimento ha solo dichiarato inammissibile il ricorso del Pg di Bologna. Rispettiamo tutte le pronunce, ma il nostro lavoro sperimentale di indagine è stato valido. È stata fatta un'indagine sperimentale, unica, al punto tale che lo stesso tipo di indagine è stata anche esportata all'estero». Dichiarazioni «sconcertanti» per l'avvocato Luigi Stortoni, che ha difeso il medico. «È terribile che un processo sia stato preceduto da un'indagine sperimentale - ha confidato al quotidiano il Dubbio - la sperimentazione del diritto penale è un assurdo, si applica la regola che già esiste.

È come se la Musti dicesse abbiamo provato ad applicare un diritto penale che non c'era prima».

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