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Prodi avverte Renzi: "Se arriva Berlusconi vado altrove"

L'amarezza di Romano Prodi: "Certo non ho dedicato la mia vita politica a costruire alleanze con obiettivi talmente disomogenei da diventare improduttivi"

Prodi avverte Renzi: "Se arriva Berlusconi vado altrove"

Romano Prodi utilizza una metafora scoutistica per descrivere la propria collocazione politica al momento attuale. "Abito in una tenda canadese vicino al partito, ma in caso di alleanza con Forza Italia posso infilarla nello zaino e spostarmi".

Le critiche alla legge elettorale

L'ex premier descrive così, in un'intervista al Fatto Quotidiano in edicola oggi, la propria visione sul prossimo futuro della sinistra italiana e di quel Partito Democratico di cui è forse il più importante dei padri nobili. Il Professore inizia la propria analisi esaminando la legge elettorale all'esame del Parlamento e il giudizio non è proprio dei migliori: "Con la legge in discussione ci si obbliga a cercare alleanze fra partiti con diversità inconciliabili: vi è un'infima possibilità di un governo stabile: la conquista della maggioranza assoluta." Una circostanza che, con l'attuale frammentazione del panorama politico, appare praticamente impossibile.

"Se Renzi va con Berlusconi io me ne vado"

Ed è proprio riguardo le alleanze che potrebbero sorgere proprio per costruire una maggioranza più ampia che Prodi pronuncia un nuovo altolà: "Non ho dedicato la mia vita politica a costruire alleanze con obiettivi talmente disomogenei da diventare improduttivi", ammonisce. E, nonostante giudichi "un errore" la scelta di Pierluigi Bersani di mollare il Pd, non perde occasione di ricordare che un'alleanza con Silvio Berlusconi, suo avversario di tante battaglie, lo spingerebbe lontano dal Nazareno.

"Grillo chiarisca la propria linea"

L'ultima stoccata, però, è riservata a Beppe Grillo: "I suoi spettacoli mi piacevano molto. Mi sottopose un paio di volte i suoi testi teatrali, si documentava con rigore sull'esattezza delle battute di economia. Poi è andato per la sua strada fino alla politica. Una cosa è fare teatro, un'altra è governare".

Sui Cinque Stelle l'analisi è impietosa: "Il rischio - precisa Prodi - è l'indefinitezza della proposta: come si fa a prendere decisioni se non si hanno principi che siano di destra o di sinistra? La forza di Grillo è non avere radici, ma questo produce il rischio di non avere linea di governo".

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