Cronache

"Prof, eri proprio la migliore". Il dolore scritto sui muri

L'insegnante muore di cancro. E gli allievi riempiono le piastrelle dei bagni di messaggi tutti dedicati a lei

"Prof, eri proprio la migliore". Il dolore scritto sui muri

Una professoressa, anzi una «prof», appartiene di diritto a quel pantheon di figure che per un ragazzino è immortale. Semplicemente sta là: amata, guardata con sospetto, più spesso detestata, ma comunque presente, ogni giorno là, dietro la cattedra, come il mediano della canzone di Ligabue. Al massimo può prendesi un'influenza e scomparire qualche giorno, per poi ricomparire un po' più pallida e darti un bel 5.

E poi invece capita che la tua insegnante muoia, di cancro. Ma chi, la prof? Sì, lei. In casi come questi un'intera piccola comunità si trova a fronteggiare un enorme imprevisto. La giovinezza viene schizzata dal fango del dolore, che non dovrebbe avere cittadinanza nelle vite di chi ha dodici anni. E rifletti. E piangi. E cresci, semplicemente. Naturalmente partecipi al funerale, ma quella è una liturgia gelida, che ti rimbomba nel cuore come le parole in chiesa. Ci vuole altro per elaborare qualcosa che si chiama mancanza. E qallora scrivi un pensiero per la prof sulla mattonella bianca del bagno, dove solo il giorno prima ha manifestato la tua passione calcistica o quella per la biondina del terzo banco. E pian piano altri si aggiungono. E nasce un'opera collettiva di dolore, una «spoon river» per maiolica e pennarello.

Questo accade nella scuola media di Mezzago, in provincia di Monza Brianza. Qui per 26 anni ha insegnato inglese Rossella Tadini, di 58 anni. Una donna appassionata, silenziosa, tenace. Nell'unica foto che i giornali locali pubblicano di lei la si vede mentre saluta con un sorriso timido, gli occhiali, i capelli corti, una camicia bianca da uomo, una borsa a tracolla. Una prof come ce ne sono tante, con quella sua aria da prof, appunto, ma poi si sa benissimo che nessuna è davvero uguale all'altra. Non certo Rossella.

Che poi quattro anni fa Rossella ha scoperto di avere un tumore e ha preso a combattere la sua guerra, ma senza mollare i suoi ragazzi. Ancora lo scorso giugno era là al suo posto. Poi è arrivata l'estate, il male ha continuato a procedere e l'ostinazione di Rossella è venuta meno, giorno dopo giorno. A settembre, quando è ricominciato l'anno scolastico, lei non era dietro la cattedra. Ai ragazzi nessuno ha detto nulla ma per una volta non c'era niente da spiegare.

Il 7 novembre la prof è morta. E tutti i ragazzi che hanno imparato l'inglese con lei si sono guardati intorno smarriti. Qualcuno ha pianto, senza farsi vedere. Magari lo ha fatto in bagno. Il luogo più umile di una scuola, dove ci si confida, si fuma una sigaretta illegale, ci si dà un furtivo bacio. Si scrive sul muro. Ecco, scriviamolo sul muro. Per la prof Rossella. Messaggi piccoli, ingenui, come frasi su whatsapp, sul filo sghembo della sgrammaticatura.

«Il 7 novembre 2018 è nata una nuova stella in cielo».

«Quando non c'è mi manca, ho bisogno di vederla, di parlarci, di ridere insieme, ho solo di lei, della miglior prof di sempre. 3° B».

«Un'altro angelo è nato. GRAZIE».

«E lo so che lo sai, che non non ti dimenticheremo mai. 3° B e tutte le sue classi».

«Era la migliore. Ci mancherà. GRAZIE TADINI».

«X me era come una sorella».

«I love you, prof». Che la prof l'inglese che ce l'ha insegnato a fare, sennò?

Messaggi in verde. In rosso. In blu. Con tanti cuori.

Scrivere sui muri è un piccolo atto di vandalismo. Non si fa. Alle medie di Mezzago tutti hanno preso a farlo senza preoccuparsi delle conseguenze. La dirigente scolastica ha annunciato che lascerà quei messaggi per qualche giorno prima di cancellarli, perché «un'esplosione di spontaneità così forte merita profonda comprensione».

La vita, la morte e un Uni Posca.

Ci sono storie più tristi, alla fine.

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