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Profughi, l'ira di Trump "Basta lotterie per i visti. Il killer a Guantanamo"

Il killer aveva vinto a sorte la cittadinanza. Cuomo e De Blasio: "Non strumentalizzi"

Profughi, l'ira di Trump "Basta lotterie per i visti. Il killer a Guantanamo"

New York - È subito scontro tra Donald Trump e i democratici, all'indomani dell'attentato, il peggiore nella Grande Mela dall'11 settembre 2001. Il presidente americano e i suoi avversari politici, in particolare il clan dei dem newyorkesi, hanno trascinato la strage di Halloween sul terreno del confronto politico e del duello sull'immigrazione. Basta con il politicamente corretto, «servono controlli più rigidi e una giustizia più forte, perché quella attuale fa ridere», ha tuonato Trump. Il presidente americano ha definito «un animale» il 29enne killer uzbeko, Sayfullo Saipov, evocando anche la possibilità di inviarlo a Guantanamo: «Certamente lo considererò».

L'attentato a Downtown Manhattan ha riaperto il dibattito sull'immigrazione, e in particolare il sistema della concessione dei visti per gli Usa. «Il terrorista è arrivato nel nostro Paese grazie alla cosiddetta lotteria per la diversità dei visti, una bellezza di Chuck Schumer. Battiamoci per un'immigrazione basata sul merito», ha scritto The Donald su Twitter, precisando di aver «ordinato al Dipartimento della Sicurezza Nazionale di rafforzare il programma dei controlli». «Schumer sta aiutando a importare i problemi europei, dobbiamo fermare questa follia«, ha poi continuato il tycoon, che ha deciso di chiedere al Congresso di iniziare «immediatamente» a lavorare per mettere fine alla lotteria per la green card. Il programma entrato in vigore nel 1995 con l'obiettivo di diversificare la popolazione degli immigrati negli Usa, di cui ha beneficiato anche l'autore della strage. «Prenderò tutte le misure necessarie per proteggere il nostro popolo - ha assicurato durante una riunione alla Casa Bianca - Tutta l'America sta pregando ed è addolorata» per le vittime. «I nostri cuori sono infranti per loro».

Alle sue parole ha immediatamente replicato Schumer, secondo cui l'immigrazione è un bene per l'America. Ma contro di lui si sono scagliati anche i democratici newyorkesi: «L'attacco non va politicizzato - ha detto il sindaco Bill de Blasio - L'ultima cosa che il presidente o chiunque dovrebbe fare è politicizzare questa tragedia». Anche per il governatore Andrew Cuomo «non è il momento di fare politica, né di fomentare l'odio. I tweet del presidente non sono utili, vogliono politicizzare la situazione». E da Chicago, dove è in corso il summit organizzato dalla Fondazione Obama, è l'ex first lady Michelle ad attaccare il Commander in Chief. «Le parole contano, soprattutto a certi livelli. Non si twitta ogni pensiero, la prima cosa che viene in mente - ha affermato dal palco - Devi prima pensare e poi scrivere anche nella maniera giusta, correttamente. Ma pure la verità è importante». Parole che in molti hanno fatto rivivere il sogno di vederla scendere in campo per la Casa Bianca.

«Non mi riferisco a qualcuno in particolare», ha poi aggiunto sorridendo, chiaramente in maniera ironica, mentre il marito ha preferito per il momento non entrare nella polemica. VRob

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