Politica

Profugo «ostaggio» dell'hotspot: il medico non c'è

Da tre settimane un tunisino è in attesa del certificato dello psichiatra. Gli altri 70 già trasferiti

Manila Alfano

La solitudine all'improvviso dopo l'affollamento. E così resta uno: un solo e ultimo ospite a Lampedusa nel centro immigrati. Manca lo psichiatra per effettuare la visita specialistica e l'unico superstite dell'hotspot è un ragazzo tunisino di 21 anni, che da tre settimane aspetta di poter essere trasferito. A sollevare il caso è il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello, che ha scritto una lettera al ministero dell'Interno, al presidente della Regione ed all'assessore regionale alla Salute dopo che i responsabili della struttura hanno segnalato le difficoltà ed i possibili rischi legati a questa vicenda.

«Da quando è stata depotenziato il servizio al Poliambulatorio dell'isola - dice Martello - purtroppo situazioni del genere, con lunghe attese per visite specialistiche, si ripetono sempre più spesso e non riguardano solo gli ospiti dell'hospot ma, l'intera popolazione dell'isola».

Il giovane tunisino è sbarcato a Lampedusa lo scorso 11 aprile insieme con circa altre 70 persone che però pochi giorni dopo sono state trasferite. Lui è rimasto sull'isola perchè, manifestando evidenti disturbi psichici, è necessaria una visita specialistica prima del trasferimento. Ma in queste settimane le due visite programmate sono «saltate», e la prossima è prevista l'8 maggio. «I responsabili del centro si stanno prendendo cura del ragazzo come possono - aggiunge il sindaco - cercano di monitorarlo il più possibile anche per evitare che possa commettere qualche atto inconsulto. La visita specialistica è indispensabile anche per poter prescrivere eventuali farmaci da somministrare prima del viaggio di trasferimento. Siamo di fronte ad una vicenda umana delicata - aggiunge Martello - che oltretutto può creare rischi anche ad altre persone». C'è paura e preoccupazione ovviamente. Martello ribadisce che questa situazione non riguarda solo gli ospiti dell'hotspot ma l'intera popolazione dell'isola. Un problema di costi e di mezzi, «tutto è iniziato quando nei mesi scorsi l'Asp di Palermo ha ridotto il personale medico in servizio al Poliambulatorio - dice - per alcune visite specialistiche è necessario aspettare l'arrivo di medici esterni, e possono passare anche diversi giorni. È inaccettabile - conclude Martello - a Lampedusa e Linosa i servizi sanitari devono essere garantiti a prescindere dal rapporto costi-benefici oltretutto tenendo presente il grande flusso turistico in arrivo che inevitabilmente farà aumentare le richieste di prestazioni sanitarie».

Problemi apparentemente collaterali davanti al disastro da proporzioni enormi del continuo degli sbarchi, vite umane scaricate sulle nostre coste da trafficanti di esseri umani. I mezzi che si faticano a trovare.

E l'emergenza che continua sulle spalle di pochi.

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