Politica

Promosso a Como il pm che ha chiesto di archiviare

Piacente è ora capo: voleva chiudere il caso ma il gip lo ha bocciato

Roma. A volte succede. Il magistrato genovese Nicola Piacente, che a marzo scorso insieme al sostituto Marco Airoldi, ha chiesto l'archiviazione per il padre di Matteo Renzi, Tiziano, ad agosto è stato promosso. Da novembre sarà il nuovo procuratore capo di Como.

Al di là delle coincidenze, è curiosa anche la parabola del teorema della procura. I due magistrati, infatti, prima di caldeggiare l'archiviazione per Renzi senior (respinta dal gip a giugno scorso), erano convinti della solidità dell'accusa di bancarotta fraudolenta per Renzi senior. Che avrebbe, di fatto, «svuotato» la società Chil, cedendo a un'altra impresa di famiglia un ramo d'azienda con i settori più redditizi, prima di venderla a Mariano Massone. Sul punto, anche la guardia di Finanza aveva qualcosa da ridire. In un'annotazione di giugno 2014, le Fiamme gialle scrivevano che si può «tranquillamente sostenere che i vari passaggi che hanno portato la Chil Post al fallimento siano stati meramente strumentali, col fine di disfarsi di una società dopo averla svuotata dei contenuti di pregio tramite la cessione di ramo d'azienda nel quale sono confluiti i veri valori dell'azienda medesima». E a conferma dell'ipotesi «tranquillamente» sostenuta, i finanzieri ricordano poi come Renzi avesse ceduto la società a Massone «a titolo gratuito, anche perché ormai la società era priva di alcun contenuto». Tutto sommato, la ricostruzione della Gdf non è così dissimile da quanto messo a verbale dall'ex dipendente di Massone Cristina Macellaro. Che però, ascoltata come persona informata sui fatti dai pm lo scorso 20 gennaio, ai magistrati le chiedono che cosa ricordi della cessione della Chil dai Renzi a Massone, risponde aggiungendo un retroscena di gusto politico. «Dalle voci che giravano in ufficio - racconta l'ex assistente - l'operazione Chil Post è passata come una donazione da parte della famiglia Bovoli/Renzi verso di fatto Gambino (moglie di Massone)/Massone Mariano, questo al solo scopo di liberarsi i Renzi/Bovoli dell'azienda che aveva trascorsi da allontanare sia dalla Toscana che soprattutto dal nome Renzi, considerata l'intrapresa carriera politica da parte del figlio Matteo Renzi».

Nonostante le testimonianze e la «tranquillità» della ricostruzione delle fiamme gialle, alla procura genovese è bastato interrogare Renzi senior per convicersi a cambiare idea, chiedendone l'archiviazione.

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