Cultura e Spettacoli

Pronto a riaprire il monastero yoga dei Beatles dove i «Fab Four» fecero la storia della musica

Restaurato il centro ai piedi dell'Himalaya, nel '68 meta del soggiorno meditativo

Pronto a riaprire il monastero yoga dei Beatles dove i «Fab Four» fecero la storia della musica

Alla vigilia del White Album i Beatles volarono a Rishikesh in India a far meditazione in un ashram assieme a chitarre, nastri magnetici, gin, hascish e scorte di fagioli Heinz. Correva l'anno 1968, mancava un lato dell'lp, e Harrison (che aveva convinto gli altri tre a darsi alla meditazione trascendentale) era diventato un discepolo del Maharishi e di Ravi Shankar, il re del sitar. Un invasato. Con loro una corte dei miracoli composta da mogli, amichette, reporter, l'attrice Mia Farrow, il cantautore Donovan e Mike Love dei Beach Boys. Come si sa l'esperienza fu un disastro. I Beatles mal sopportarono il cibo speziato, il caldo e avevano scoperto che il Maharishi ci provava con Mia Farrow. Inoltre sospettavano della buona fede del guru.

Quel lussuoso monastero ai piedi dell'Himalaya che avrebbe dovuto ospitarli per tre mesi (ma Ringo scappò dopo due settimane, McCartney resistette un mese, Lennon e Harrison poco più), divenne subito leggendario per la propulsione rock psichedelica a una musica fino ad allora semplicemente pop. Negli anni questo posto venne lasciato al degrado. Nel mondo si parla di sacrilegio. È lì che Lennon scrisse la splendida, rilassata Dear Prudence, dedicata alla sorella della Farrow nel corso di una delle tante «noiosissime» gite sul Gange. E lì Mc Cartney fregò i connotati a Lowe per la beachboyana Back in Urss. Ebbene, dopo molte false partenze, compresa quella del 2015, il mistico ritiro dei Beatles riapre al pubblico in occasione dei 50 anni dal celebre viaggio. Ne dà notizia il «New York Time».

Avventurosa la storia della struttura, dopo il dicembre 1979, anno in cui si chiusero le prenotazioni dei corsi yoga. La sgangherata cancellata non impedì a molte persone di intrufolarsi dentro per passarci la giornata, fare un picnic e scrivere qualcosa sui muri del posto che avrebbe ispirato gli ultimi tre album della band. Non tutta questa gente, circa 13mila persone l'anno. Un po' quello che succede da mezzo secolo nei pressi dei londinesi Abbey Road Studios, dove ci si fa fotografare sulle strisce o vicino l'entrata degli studi. A differenza di Londra, però in India si dovrà pagare un biglietto corrispondente a nostri otto euro.

Negli edifici ristrutturati sono inclusi l'ufficio postale dove Lennon aspettava le lettere di Yoko Ono e le stanze per dormire simili a cripte, ma dotate di tutti i confort. All'interno è pronto anche un museo che mostrerà l'eredità dei Beatles e il lavoro del Maharishi, il guru che vanamente tentò di scacciare dalle menti vacillanti del gruppo i problemi che si erano portati appresso.

In India contano sul successo commerciale. La tecnica della meditazione trascendentale è ancora largamente insegnata, ci sono università. Ma con la riapertura del centro, Rishikesh può tornare ad essere capitale mondiale dello yoga e dare nuova linfa al turismo.

Garantito.

Commenti