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Prove di governo a 5 Stelle "Ma poi parlerà solo il premier"

Accantonati i toni del «vaffa day», il movimento cerca un profilo istituzionale. Grillo: «Ministri decisi prima»

Prove di governo a 5 Stelle "Ma poi parlerà solo il premier"

dal nostro inviato a Ivrea (To)

«Quando avremo il premier parlerà solo lui. E i ministri li decideremo prima». Nella sala riservata agli ospiti, Beppe Grillo ragiona già sul futuro di governo del movimento creato un ventennio fa con Gianroberto Casaleggio, il guru celebrato con la sue pillole di saggezza («Il Pil deve misurare la felicità delle nazioni», «Non bisogna aspettare la fine dell'età del petrolio, l'età della pietra non è finita perché sono finite le pietre») a tappezzare le pareti dell'ex officina Olivetti, e un video introduttivo con la sua «filosofia» tra new age e visioni alla Blade runner. I sondaggi danno il M5s primo partito nazionale, bisogna attrezzarsi con anticipo per evitare di riprodurre in scala più ampia i pasticci della giunta Raggi a Roma e calibrare la comunicazione in modo piu corrente («Davvero diamo l'impressione di essere fan di Putin?» si meraviglia Grillo dietro le quinte commentando gli attacchi Usa in Siria, su cui i grillini hanno opinioni in ordine sparso). Il mantra dei colonnelli M5S è che «oggi non si parla di politica ma di futuro», vietate le analogie con le Leopolde renziane, come scandiscono Di Maio e poi Davide Casaleggio, figlio d'arte e nuovo stratega del Movimento. Ma il primo convegno dell'associazione intitolata al padre Gianroberto serve anche da laboratorio per un upgrade del M5s, da contenitore di protesta anti-establishment stile Vaffa day, a movimento politico che dialoga con grandi aziende (c'è l'ad di Google), imprenditori, scienziati, manager della sanità privata, professionisti, persino lobbisti (presenti quelli di Inrete e di Comin & partners), e persino i giornalisti da tempo dati per «morti» da Grillo ma adesso riscoperti come utili interlocutori (solo alcuni, e a certe condizioni). Un salto di qualità per parlare ad un elettorato più moderato, che non si conquista con le sfuriate di Grillo o le uscite naif di certi grillini.

Non si parla di politica, il simbolo a cinque stelle non comprare neppure per sbaglio, anche se la platea è zeppa di amministratori e parlamentari M5S (dalla Raggi alla Appendino con prole al seguito, da Di Battista alla Taverna a Di Maio, dai vertici dell'associazione Rousseau a Grillo e Casaleggio ovviamente) e una buona fetta dei relatori sul palco è palesemente filo-M5s o quantomeno simpatizzante. Come il sociologo De Masi, consigliere del movimento per il programma di governo, Carlo Freccero membro del cda Rai con la benedizione dei grillini (accolto affettuosamente al suo arrivo a Ivrea da Di Battista), Marco Travaglio seduto in prima fila a fianco di Grillo, il saggista Aldo Giannuli. Altri non etichettabili non sfigurerebbero in un ipotetico primo governo a Cinque Stelle. Come l'oncologo Ermanno Leo, che si scaglia contro le multinazionali del farmaco per cui il cancro «è un grande affare», raccogliendo applausi. Come Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina e autore di Giustizialisti con Piercamillo Davigo, importante riferimento del pensiero grillino sulla giustizia italiana. Manca l'astronauta Paolo Nespoli, all'ultimo non è potuto venire. Anzi, «non voglio pensare che qualcuno glielo abbia impedito, sarebbe un fatto indegno» dice Gianluigi Nuzzi.

Un'ombra di mistero non poteva mancare in un convegno dedicato a Casaleggio. PBrac

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