Elezioni Europee 2019

Prove di intesa con i gilet gialli alle Europee Così i Cinque Stelle già preparano il piano C

Di Battista può guidare la svolta, dopo Di Maio e il dialogo a sinistra di Fico

Prove di intesa con i gilet gialli alle Europee Così i Cinque Stelle già preparano il piano C

I gilet a Cinque stelle. Mentre Emmanuel Macron pare avviato a replicare la parabola discendente di Renzi, si moltiplicano gli sguardi di intesa tra gilet gialli francesi e Cinque Stelle (non a caso una delegazione jaune era presente alla manifestazione No Tav). Se Cédric Guemy, uno dei leader della protesta d'Oltralpe, è convinto che i gilet diventeranno un partito simile al M5s italiano, anche per Beppe Grillo gli obiettivi sono in gran parte gli stessi: «Hanno venti punti di programma, non parlano solo di tasse, vogliono il reddito di cittadinanza, pensioni più alte, tutti temi che abbiamo lanciato noi». Tranne la riduzione del prezzo della benzina, che invece il comico vorrebbe aumentare a 4 euro al litro. È vero che Grillo non parla più da leader del movimento, ormai teleguidato dal cerchio magico di Di Maio e Casaleggio jr, ma dà voce all'anima profonda del grillismo, interpretata da un altro peso massimo del Movimento, Alessandro Di Battista, ancora impegnato nella vacanza-studio in Centroamerica (poi si dice andrà in Africa). Anche il Che Guevara pentastellato si è emozionato guardando le fiumane gialle marciare su Parigi, tra proiettili di gomma e blindati della gendarmerie. «Le richieste dei Gilet gialli sono sacrosante, così come sacrosanta è la loro battaglia contro questa stramaledettissima globalizzazione - scrive Di Battista sui social - Credo che il Movimento 5 Stelle debba dare il massimo supporto a questo movimento di cittadini francesi che chiede diritti, salari giusti, la fine dell'impero delle privatizzazioni e il controllo della finanza da parte degli Stati».

I gilet cinque stelle, dunque, come terza via o piano C del M5s, alternativa alla linea governativa impersonata da Di Maio e a quella di sinistra dialogante con il Pd rappresentata da Fico? Di certo il vicepremier M5s è molto più freddo sulle proteste francesi, si augura che «possano essere canalizzate in una soluzione democratica senza usare la violenza», linea propagandata anche da Paragone («Se in Italia non c'è una rivolta dei gilet gialli è perché il Movimento 5 Stelle è al Governo»). Un tono ben diverso da quello euforico del compagno Di Battista. Non si è espresso invece Fico, ma difficilmente un movimento che attira le simpatie dell'estrema destra (da Casa Pound alla Le Pen) può piacere all'ex ragazzo dei centri sociali napoletani.

Dietro le quinte, in vista delle Europee di primavera, qualcosa inizia comunque a muoversi. Secondo un retroscena dell'agenzia AdnKronos i vertici del M5S sono già al lavoro per stilare il programma delle prossime europee e i temi al centro dell'agenda grillina sono molto vicini a quelli dei gilet gialli, «lotta austerity; investimenti massicci in nuove tecnologie; tematiche ambientali con economia circolare, lotta a smog e inceneritori» spiegano autorevoli fonti del M5s a Bruxelles. «Stiamo dialogando con tutte quelle forze che vogliono cambiare questa Europa su una piattaforma che metta al centro la lotta all'austerity» fanno sapere i grillini che non chiudono a un dialogo con i gilet gialli francesi, ma per ora senza sbilanciarsi: «Vedremo». Come comportarsi con il movimento di piazza francese, accreditato al 12% nazionale da un sondaggio Ipsos, dipenderà da molti fattori. L'evoluzione politica dei gilet gialli, le alleanze che stringeranno e poi l'andamento dell'asse di governo con la Lega.

Se dovesse volgere al peggio, il piano C di colore giallo, con Di Battista al posto di Di Maio, potrebbe tornare utile ai grillini.

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