Cronache

È psicosi deragliamenti: fermati 4 operai al lavoro nell'area sotto sequestro

Usavano strumenti a ultrasuoni per verificare «fratture» sulle rotaie. Rfi: «Sigilli poco visibili»

È psicosi deragliamenti: fermati 4 operai al lavoro nell'area sotto sequestro

Il drone dei vigili del fuoco ronza sull'area del deragliamento a caccia di «particolari utili». E di indizi che potrebbero fugare nuove sciagure. La domanda fondamentale è: ci sono altri pezzi di rotaie a rischio? Binari che potrebbero cedere? La risposta al Giornale di un tecnico presente al sopralluogo è inquietante: «Situazioni analoghe non sono da escludere. Ci sono punti della rete ferroviaria in pessime condizioni». Come dire: il pericolo di nuovi incidenti esiste. Ed è alto.

Intanto nella telecamera del drone entra una scena «fuori programma»: quattro operai nell'area ferroviaria sotto sequestro, proprio a ridosso del «punto X». Dove il treno è uscito dal suo solco naturale, correndo verso la tragedia. I quattro con pettorina arancione e «griffata» Rfi (Rete ferroviaria italiana) vengono segnalati alla Polfer (la polizia ferroviaria) che li identifica. Nel corso delle ore la loro posizione si chiarirà solo tra mille difficoltà. Sta di fatto che ieri mattina presto sono stati sorpresi dalla polizia a Pioltello a un centinaio di metri dal «focus» della linea Cremona-Milano dove giovedì scorso è deragliato il treno 10452, provocando 3 morti e 46 feriti. I quattro operai si trovavano all'interno dell'area posta sotto sequestro dalla magistratura e per questo sono stati accompagnati in questura per essere identificati.

Nei loro confronti è scattata una denuncia per violazione di sigilli. Secondo quanto riferito da fonti della polizia e da alcuni testimoni, gli operai stavano effettuando rilievi con strumenti a ultrasuoni, di solito utilizzati per verificare «fratture» sulle rotaie.

«Lascia sgomenti la notizia arrivata oggi, a due soli giorni dalla tragedia di Pioltello, secondo cui stamani sono stati sorpresi nell'area dove è avvenuto l'incidente ferroviario lo scorso giovedì quattro operai», ha commentato Riccardo De Corato, ex vicesindaco di Milano e capogruppo di Fdi in Regione Lombardia.

Intanto la stessa Rfi a proposito dello spessore al di sotto di una rotaia che appare nel luogo dove è avvenuto il cedimento di un binario fa sapere che «l'utilizzo di spessori in legno non è previsto dalle normative tecniche e dai nostri protocolli operativi». Eppure più di qualche addetto alla manutenzione della rete, ammette: «Di tavolette di legno lungo i binari ne vediamo a decine».

Giornata infausta per l'ufficio stampa di Rfi, che sforna comunicati, che sanno però di arrampicata sugli specchi: «Gli operai, non avendo la percezione dei confini dell'area sequestrata, non visibilmente segnalati, li hanno superati inavvertitamente. In ogni caso, i tecnici non hanno mai invaso luoghi o aree recintate e non avevano alcuna volontà o intenzione di superare i limiti imposti dalla magistratura».

Intanto resta il rebus della «zeppa» sotto la strada ferrata, di cui in questi giorni stanno circolando diverse foto. I periti dovranno accertare il suo «ruolo» nella sciagura. Da due giorni i consulenti sono al lavoro, insieme alla polizia scientifica e alla Polfer, per capire perché si sia staccato un pezzo di 23 centimetri dalle rotaie, da cui mancano anche due perni. Una traversina di cemento, proprio in corrispondenza del giunto che è «saltato», è usurata. In cattive condizioni anche i carrelli del convoglio 10452, in particolare quello della terza carrozza, che è uscita dai binari, si è inclinata trascinando con se anche la quarta carrozza e ha finito la sua corsa contro un palo a 300 metri dalla stazione di Pioltello.

Elementi importanti arriveranno anche dalle autopsie sui corpi delle tre pendolari morte del disastro ferroviario, che verranno eseguite la prossima settimana.

Domani per i pendolari comincerà una nuova settimana di lavoro.

E di paura.

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