Politica

Quagliariello prova invano a placare l'ira di chi si oppone al patto col Pd

RomaProsegue lo sciame sismico nell'Ncd; in Liguria ma non solo. A Genova e dintorni, dopo che il Giornale ha pubblicato le doglianze dei vertici locali contrari alle strizzatine d'occhio al Pd imposte da Roma, il botta e risposta prosegue. Alfano lascia che sia il coordinatore nazionale Quagliarello a cercare di sedare la rivolta in periferia. Il tentativo, però, va a vuoto perché Quagliariello replica con alterigia e ambiguità. «Non sapevo che il Secolo XIX (giornale che ha riportato per primo la notizia di un appoggio dell'Ncd alla piddina Paita, ndr ) valesse per te come la Gazzetta Ufficiale. Ti do un consiglio: quando leggi una notizia su un giornale, se hai la possibilità verificala», questi i toni a cui si rivolge Quagliariello a Gigi Zoboli, coordinatore regionale ligure in sofferenza per lo strabismo del partito. Poi, però, sulla scelta di appoggiare o meno la Paita, Quagliariello è più vago che mai: «Io mi sono limitato... a parlare con gli uni e con gli altri (centrodestra e centrosinistra, ndr ) e ancora non sono in possesso di notizie certe. Quando le informazioni saranno precise, certamente nel giro di pochi giorni, sarò di persona a Genova». Peccato che lo stesso Alfano, in un'intervista a Repubblica , faccia capire bene che in Liguria l'Ncd farà da stampella al Pd perché «qui l'esplosione di una frattura alla sinistra del Pd ha aperto uno spazio grande per i moderati che non vogliono stare sotto Salvini». Il coordinatore ligure Zoboli, quindi, non è per nulla soddisfatto della risposta dei vertici del partito e contrattacca, sempre per iscritto: «Caro Gaetano, è troppo alta la stima che nutro per te perché io non mi “risenta” almeno un po' per quella certa ambiguità della tua risposta». E ancora: «Avevo verificato la notizia che tu stesso – mi pare – sostanzialmente confermi. Se, invece, tu ritieni verosimile a 10 giorni dalla presentazione delle liste si possa fare qualcosa di diverso da quanto sino ad oggi è stato – ahimè – fatto (la non estraneità alle primarie Pd...) sono assai felice. Se poi si riesce addirittura a condividere con la base del partito le scelte sono addirittura entusiasta».

Insomma, il braccio di ferro continua e non soltanto lì. Pare che tutta la Lombardia alfaniana sia in subbuglio. Sul banco degli imputati questa volta c'è Lupi.

Pensavano che l'ex ministro si mettesse a guidare il fronte critico nei confronti di Renzi; e invece è corso a sedersi sulla poltrona di capogruppo alla Camera.

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