Cronache

Ma quali debiti per mr Enjoy Il suo impero finanziario vale più di 250 milioni di euro

La partecipazione nell'azienda del cugino può contare su utili in crescita. E poi amministra tre aziende

Ma quali debiti per mr Enjoy Il suo impero finanziario vale più di 250 milioni di euro

Scattare una fotografia delle partecipazioni e delle cariche societarie di Gianluca Vacchi non è un'impresa semplice. Nelle interviste rilasciate a raffica per i suoi primi 50 anni, mister Enjoy si limita a raccontare di avere «ereditato solo il tre o quattro per cento di ciò che possiedo. Dai 25 ai 45 anni, ho fatto impresa in 12 settori: viaggi last minute, roulotte, orologi...». Altro indizio: dopo la laurea in Economia ha intuito che la Ima, società quotata in Borsa che fa macchine per confezionare tè, farmaci e cosmetici e che nel 2016 ha fatturato 1,3 miliardi, «aveva prospettive enormi» quindi acquisisce «le quote dei parenti meno interessati, indebitandomi per cinque volte il patrimonio di papà». Ciò gli garantisce un posto nel cda come consigliere «non esecutivo», ovvero senza deleghe gestionali (ha svolto funzioni di investor relator nel periodo 1995-1997).

Ma quanto possiede oggi Gianluca Vacchi dell'azienda guidata dal cugino Alberto che è anche capo della Confindustria Emilia? Sul sito di Ima si legge che l'unico socio sopra al 3% è la Sofima con il 57%. Sofima è a sua volta controllata da Lopam-Fin, cassaforte di un ramo della famiglia Vacchi, con circa il 50% ma un'altra quota del 24,65% risulta in mano alla società lussemburghese Cofiva che in base all'ultimo bilancio disponibile (quello del 2015) è controllata al 99,9% dalla Cofiva Holding spa. Di cui Gianluca Vacchi possiede circa il 55%. Considerando che Ima oggi capitalizza in Borsa attorno 3,2 miliardi, la partecipazione indiretta di Gianluca Vacchi come persona fisica vale in trasparenza circa 254 milioni. Cui vanno aggiunti i dividendi staccati dall'azienda che, sempre quota parte, nel 2017 dovrebbero valere quasi 5 milioni. Cifra destinata ad aumentare guardando i tassi di crescita di Ima che oggi garantiscono un ritorno sul capitale di oltre il 30%. Lo stesso Gianluca nel 2016 aveva dichiarato: «Io non vivo di rendita, vivo dei proventi che la mia condizione di azionista mi consente di avere».

Nella «galassia Enjoy» c'è anche l'1,8% della Cto (negli anni Novanta era una delle principali distributrici di software in Italia ma poi nel 2004 è finita in liquidazione) e soprattutto il 75% della società finanziaria First Investments, al centro del contenzioso con il Banco Bpm. Alle partecipazioni Vacchi aggiunge un bouquet di poltrone: oltre ad essere consigliere non esecutivo di Ima e consigliere di Sofima, è anche amministratore unico di tre srl (la Eleven Finanziaria, la Lamp che affitta barche e yacht, e la GvLifestyle che vende magliette e bigiotteria su Internet) nonchè presidente della Boato Holding e della Boato International che vende macchine per lavorare il bitume. Tutte sono controllate dalla Cofiva Holding che proprio grazie al dividendo di 16 milioni proveniente dalla Ima ha ripianato le perdite e chiuso il 2015 (ultimo bilancio disponibile) con un utile di 14,6 milioni. La cassaforte Ch è però indebitata per quasi 45 milioni di cui 14,7 milioni sono quelli che l'imprenditore ha preso a prestito dalle banche. Fra questi, un mutuo di 6 milioni chiesto per comprare un immobile a Porto Cervo ed erogato nel 2012 dalla Pop Vicenza al tempo ancora guidata da Gianni Zonin. Vacchi doveva restituire 2 milioni nel 2015, ma non lo ha fatto. Perché? «Il mancato pagamento - si legge nella nota integrativa al bilancio - è connesso all'effettuazione da parte di Cofiva di alcune perizie sui rapporti accesi negli anni scorsi» con l'istituto berico, dalle quali «sarebbero emerse alcune irregolarità».

Vacchi ha quindi sospeso i pagamenti, inviato un reclamo a Vicenza contestando i presunti indebiti ed è ricorso all'arbitro bancario finanziario competente.

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