Cronache

Quando la cura che ti salva diventa una paura che uccide

Ricordiamoci che stiamo parlando di una decina di morti sospette su nove milioni di vaccinati

Quando la cura che ti salva diventa una paura che uccide

Mi vaccino o non mi vaccino, questo è il problema, l'amletico dubbio. Magari siete allegri perché non siete morti non avendo preso il vaccino antinfluenzale, però non ne farei una parata di orgoglio naturalistico. Piuttosto aspetterei la valutazione clinica dei singoli casi, si muore per tante ragioni, e in generale, comunque, purtroppo, poiché si è vivi, si muore. Insomma, stiamo parlando di una decina di morti sospette su nove milioni di vaccinati. In ogni caso leggete i bugiardini dei farmaci? Sbagliate. Anzitutto ciò che è riportato nelle controindicazioni è il risultato di un'ampia statistica sperimentale. Tenete conto che tutto ha un effetto collaterale, perfino vivere, perfino respirare, perfino mangiare solo verdure. Mi spiace per gente come Red Ronnie, refrattaria ai farmaci e convinta di non ammalarsi mai perché prende una tisana prima di dormire. Perfino il vegano Steve Jobs si è pentito di essersi curato all'inizio con i rimedi naturali. In generale se volessimo essere pignoli nei bugiardini delle automobili dovrebbe comparire la dicitura sugli incidenti stradali, e ne risulterebbe che fumare è molto meno rischioso che mettervi al volante. Se ci fossero i bugiardini sulle tegole in testa sarebbe vivamente sconsigliato uscire a camminare per strada senza casco. Anche fare sesso sarebbe caldamente sconsigliato per l'organismo, a prescindere dall'uso o meno del Viagra. Un bravo giornalista di Repubblica, Giuseppe D'Avanzo, è morto d'infarto mentre andava in bicicletta, eppure non è nata una campagna contro il ciclismo. E quando hanno chiesto a Winston Churcill come abbia fatto a arrivare a novantun'anni ha dato una risposta lapidaria: «No sport». Perfino se in una mela al giorno, che nella saggezza popolare leva il medico di torno, ci fosse il foglietto illustrativo, andrebbero elencati tutti i casi di shock anafilattico per un'improvvisa intolleranza alle betullacee. Per non parlare delle nocciole. Nello specifico auspico pochi allarmismi in un paese dalla radicata cultura antifarmacologica, dove spesso si preferisce curarsi con le erbe e con l'omeopatia, la cosiddetta medicina naturale o alternativa. Alternativa a cosa? Alla scienza, ai test del doppio cieco. Basti pensare all'epidemia di morbillo in Inghilterra dell'anno scorso, in seguito a una campagna allarmistica contro i vaccini, prodotti, secondo i complottisti, dai soliti interessi delle case farmaceutiche, cose per cui la signora Milena Gabanelli va pazza. Niente vaccini, niente dolcificanti, e niente piumini d'oca. E per la stessa ragione le staminali di Vannoni vanno alla grande. Il punto è che le morti in seguito a un vaccino fanno scalpore, le non morti no. Chi si è salvato perché si è vaccinato non interessa, non se ne parla. Ehi ciao, mi sono vaccinato, non ho preso il virus, sono vivo, che ce ne frega? Eppure nell'ultimo secolo la vita media in Occidente è quasi raddoppiata, proprio grazie a farmaci: antivirali, anti-ipertensivi, betabloccanti. I chemioterapici sono un veleno, ma anche per le cellule malate, e ne so qualcosa perché una delle persone che amo di più al mondo, mio padre, si sta curando con farmaci antitumorali. Perché alternativa non c'è. Idem per gli antidepressivi, che hanno salvato dal suicidio molte persone. Valga come viatico il magnifico esempio dato da Doctor House a una mamma riluttante a somministrare degli steroidi al proprio bambino affetto da asma: «Non voglio darglieli perché ho letto degli effetti collaterali».

E House risponde: «Va bene, però tenga presente che c'è un solo effetto collaterale nel non prenderlo, signora, e è la morte».

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