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Quando Di Maio diceva: "Inaccettabile scendere sotto il 2,4%"

"Smentisco, a nome di tutto il governo, qualsiasi forma di ripensamento sul 2,4%". Così parlava il vicepremier Luigi Di Maio lo scorso 20 ottobre quando lo scontro con l'Unione Europea era appena agli inizi

Quando Di Maio diceva: "Inaccettabile scendere sotto il 2,4%"

"Smentisco, a nome di tutto il governo, qualsiasi forma di ripensamento sul 2,4%". Così parlava il vicepremier Luigi Di Maio lo scorso 20 ottobre quando lo scontro con l'Unione Europea era appena agli inizi.

Per il capo politico del Movimento Cinque Stelle scendere sotto il 2,4 oggi voleva dire "non fare 'quota 100' per superare la Fornero, non fare il reddito di cittadinanza e non rimborsare i truffati dalle banche". "Questo noi non lo possiamo accettare", chiosava Di Maio, assediato dai giornalisti, poco fuori da Palazzo Chigi. Oggi, invece, sappiamo che, per evitare la procedura di infrazione da parte di Bruxelles, il premier Conte si è presentato ieri dal presidente della Commissione Europea, Jean Claude Junker, con una controproposta del 2,04% del rapporto deficit/Pil. Controposta che, però, non soddisfa il commissario europeo gli Affari economici, Pierre Moscovici, il quale, nel corso di un'audizione al Senato francese, ha dichiarato:"È un passo nella giusta direzione, ma tuttavia non ci siamo ancora, ci sono altri passi da fare, forse da entrambe le parti".

Non ci sarebbe nessun problema, invece, per lo sforamento del teto del 3% da parte della Francia.

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