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Quando Trump è l'uomo nero in riva al lago

Quando Trump è l'uomo nero in riva al lago

Ognuno ha la sua scala di valori e, per carità, è giusto che se la tenga. Però, i signorotti di Cernobbio ci permettano di dire che la loro scala è alquanto sgangherata e traballante. Che le loro paure non coincidono esattamente con quelle della gente della strada.

Ogni anno, sulle splendide rive del lago di Como, si riuniscono più di 200 top manager internazionali per il «Workshop Ambrosetti». Una data cerchiata in rosso sulle agende del gotha della politica e della finanza. Facciamo qualche nome per rendere l'idea. Quest'anno, tra gli altri, partecipano: il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, il suo omologo francese Bruno Le Maire, i ministri Carlo Calenda, Giuliano Poletti, Angelino Alfano, Claudio De Vincenti, Valeria Fedeli, Marco Minniti e Andrea Orlando. E, ovviamente, il premier Paolo Gentiloni. E viene spontaneo chiedersi: ma chi rimane a Roma nelle stanze dei bottoni? Ma il problema non è questo. Un gruppo di sondaggisti si è preso la briga di interpellare la platea del forum su quali fossero i rischi di instabilità che più li preoccupavano. Una domanda senza dubbio interessante. Facciamo un gioco: fermatevi pochi secondi anche voi e provate a pensare alle prime cinque cose che vi spaventano. I vostri incubi. Fatto? Benissimo. Ora confrontateli con quelli dei prestigiosi partecipanti. Al primo posto della classifica c'è l'Isis (17,1 per cento degli intervistati). E siamo tutti d'accordo. È l'orrore dei nostri giorni, il mostro subumano che ci costringe a blindare le nostre città, che si è mangiato una buona fetta del mondo e della nostre libertà e che, prima di tutto, ha lasciato a terra una lunga scia di cadaveri innocenti. Ma sul secondo gradino del podio chi troviamo? Udite udite: Donald Trump, la Brexit e l'avanzare del nazionalismo. Seguono gli immigrati (breve ritorno con i piedi per terra) i cambiamenti climatici (sic!) e soltanto all'ultimo posto il non propriamente equilibrato Kim Jong con le sue bombette nucleari. Quindi abbiamo capito che per il popolo di Cernobbio un dittatore sanguinario e qualche migliaio di sbudellatori di occidentali sono pericolosi quanto un presidente democraticamente eletto. Forse a lorsignori converrebbe, ogni tanto, uscire dai salotti buoni e farsi un bel giro in strada.

Così, per rinfrescarsi le idee.

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