Economia

Quattro scenari sulle pensioni

Il governo nega di voler estendere a tutti il sistema contributivo. E Padoan difende le misure di Palazzo Chigi sui rimborsi: "Abbiamo restituito dal 10 al 40%"

Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps
Pensionati in attesa in un ufficio dell'Inps

C'è chi spinge per una soluzione che faccia salvi i conti, ma che farebbe fallire la famosa nonna di Renzi, quella che, secondo il premier, rinuncia a 30 euro andare in pensione tre anni prima. I calcoli del ministero dell'Economia sono meno ottimisti, il taglio sarebbe fino al 30% del suo assegno. Poi ci sono le formule che assomigliano molto a una semplice «riforma della riforma Fornero», quindi uscita dal lavoro più flessibile rispetto ai requisiti in vigore oggi con penalizzazioni mini. Che però costano e sono destinate alla censura della Ragioneria generale dello Stato. Resistono i piani di chi vorrebbe fare equità tra le generazioni, in particolare l'ipotesi del contributivo per tutti, anche se ieri il sottosegretario nega di aver mai preso in considerazione questa ipotesi («Non la stiamo studiando») In questo caso le obiezioni sono di ordine giuridico e storico. Primo, la proposta scatenerebbe uno tsunami di ricorsi perché toccherebbe la pensioni in essere; secondo, la classe politica italiana ha sempre optato per scaricare i costi della previdenza sulle generazioni future. In mezzo, tutti i tentativi di fare cassa con la previdenza. Ancora una volta le indicizzazioni future, che potrebbero penalizzare gli assegni più alti. Poi i piani per incorporare dentro l'Inps tutte le casse di previdenza private. Alcune con i conti malmessi, altre no. Tutte, comunque, con un patrimonio. Di certo c'è che, dopo l'uscita del premier, la riforma della previdenza è all'ordine del giorno e ci resterà per mesi. E che le soluzioni allo studio sono tutte complesse.

Intanto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan difende la misura di Palazzo Chigi: «Così si riconosce la rivalutazione 2012 e 2013 al 40% per gli assegni tra 3 e 4 volte il minimo, del 20% per tra 4 e 5 volte il minimo e del 10% per quelli tra 5 e 6 volte il minimo.

E per il 2014-15 sarà rimborsato il 20% di quanto previsto per il biennio precedente».

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