Cronache

Quattro sogni di donne in un calendario da film. Ecco il nuovo Pirelli

Quaranta scatti senza nudi (tranne uno): così Albert Watson crea mini storie per immagini

Quattro sogni di donne in un calendario da film. Ecco il nuovo Pirelli

Sognare, e dunque amare. Un uomo, una donna, la realizzazione di un proprio desiderio. La vita insomma come la trama di un film, solo che invece è un calendario - anzi il Calendario che Albert Watson ha confezionato per il 2019 firmato Pirelli. The Cal quest'anno è insomma arte pura, nell'immagine, nelle storie, nella danza che va a tempo di una musica che non si sente ma si ascolta con gli occhi. Che ieri sera all'Hangar Bicocca di Milano, dove The Cal è stato svelato, ha affascinato i presenti ammirati dalle bellezze dentro e fuori le pagine. Dal bello che il Cal di quest'anno rappresenta.

E d'altronde: Watson (il fotografo scozzese cieco da un occhio autore di centinaia di copertine delle più grandi riviste del mondo, di scatti da museo e del celebre ritratto di Steve Jobs) aveva già raccontato al backstage di New York una delle due città dove sono state scattate le foto, l'altra è Miami che voleva riportare su carta patinata la passione per il cinema raccontando delle storie, e dunque sogni. «Questo progetto doveva essere diverso dagli altri, diverso da tutti». Così eccolo, in formato 16:9, più che da girare da mettere nel riquadro argentato che fa da cornice all'immagine simbolo dello stato d'animo di chi avrà la fortuna di averlo in mano. Quaranta foto, quattro storie. Quattro sogni da 10 pagine l'uno. Desideri, quelli di tutti alla fine.

Allora ecco Gigi Hadid che rappresenta una donna che ha appena perso un amore e che si rinchiude in una torre di vetro con un amico confidente, in questo caso lo stilista Alexander Wang, cercando il futuro nella solitudine. E ancora l'attrice Julia Garner nelle vesti di una fotografa botanica che si aggira in un giardino tropicale di Miami sognando una mostra di successo. E poi Mysty Copeland, in questo caso ballerina (come nella vita), che si mantiene danzando in un locale ma che si esibisce senza pubblico nel palcoscenico del suo giardino con il fidanzato interpretato da Calvin Royal III - per essere un giorno un'étoile. E infine Letitia Casta e Sergei Polunin in un monolocale studio: lei artista e lui danzatore, una vita unica piena di speranze disegnata da foto che sembrano uscire dalla carta. In bianco e nero e a colori. Foto che ballano.

Perché è appunto la danza ciò che trascina le storie di questo film senza pellicola, che continua in una trama che può essere diversa a seconda di chi la guarda. E la immagina. Una storia di donne dove gli uomini accompagnano la bellezza e l'atmosfera, lontano nell'immagine ai calendari che furono, pur mantenendone l'atmosfera di fascino. Tutto è cambiato insomma, ma non quello che Watson pensa delle donne. E lo rivela raccontando un particolare curioso: «Già nel 1986 avrei dovuto firmare un Cal, ma nell'era in cui il nudo era la forma d'arte distintiva mi chiesero di fare delle foto esclusivamente di ballerine in tutù. Mi sono rifiutato, perché volevo la libertà artistica che la Pirelli di oggi mi ha garantito. Ovvero produrre queste piccole storie che servano ad esplorare le donne che ho fotografato e crearne una visione positiva. Perché io sono assolutamente dalla parte delle donne: se avessero in mano loro le leve del mondo, si vivrebbe sicuramente meglio».

Impossibile che accada? Potrebbe anche questo essere qualcosa da realizzare, e non è un caso che il titolo del calendario sia «Dreaming». Sognare, un passo alla volta, perché i sogni possono diventare realtà. E perché la vita - è il riassunto di tutto questo - è come un calendario, come questo Calendario: va sfogliata con calma. Vissuta una pagina alla volta.

Magari danzando.

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