Politica

Quegli inciuci che alimentano la rabbia della gente

Le intese post voto consolidano il distacco del cittadino nei confronti della politica. E rafforzano la propensione al voto di sola protesta

Quegli inciuci che alimentano la rabbia della gente

I movimenti di avvicinamento e allontanamento del Pd ai 5 Stelle, dei 5 Stelle al Pd o alla Lega, della Lega ai 5 Stelle, consolidano il distacco del cittadino nei confronti della politica, rafforzano la propensione al voto di sola protesta. Accentuano gli atteggiamenti di astio, repulsione e ostilità delle persone verso i partiti e i loro leader.

Da tempo la politica non è più soltanto conoscenza e razionalità. L'ha capito molto bene Grillo che invita ad un voto deciso con la pancia e non con la testa. In effetti la scelta dell'elettore è orientata soprattutto da un processo d'identificazione con idee, valori e speranze che suscitano forti emozioni, perché collegate al proprio modo di percepire la vita e la modalità con cui dovrebbe essere vissuta e regolata. Le emozioni determinano un senso di appartenenza, sempre più temporaneo, con un gruppo di persone che si sentono simili a sé e per cui nasce una preferenza che causa un pregiudizio nei confronti di chi sostiene l'altro campo. Durante le campagne elettorali si formano diverse fazioni. I simpatizzanti dei gruppi si distinguono in base al sostegno a uomini e idee precise, molto fantasiose, ma nettamente contrapposte. Volano insulti e sono coniati termini con cui identificare l'altro come amico o nemico, da includere o espellere. Dopo mesi in cui «grullini» e «pidioti» si sono scontrati come guelfi e ghibellini si vorrebbe imporre, dall'alto, una marcia indietro improvvisa e opportunistica che cancelli le emozioni dei mesi precedenti: il nemico, il sovversivo, il rivale non sarebbe più un pericolo da scongiurare ma un possibile alleato, con cui condividere decisioni fondamentali su cui fino a poco prima non c'era convergenza possibile.

Un'incoerenza che produce rabbia perché genera una situazione emotiva ansiogena. Si crea una dissonanza cognitiva tra due rappresentazioni divergenti con un conseguente e marcato disagio. Come apprezzare un «grullino» o un «pidiota» di cui si è dichiarato il disprezzo? Accettare un ripensamento cosi riduce l'autostima perché è un'evidente incoerenza. Cosa fare? Smettere di disprezzare il nemico o rifiutare di accettarlo? Per evitare il conflitto si prendono le distanze da chi propone un accordo sconclusionato, attribuendogli ogni responsabilità. E così aumenta legittimamente la disaffezione alla politica e a un vivere democratico e civile. E non vengano a raccontare che è l'Europa che lo impone.

L'Europa agli italiani piace quanto il sistema politico, poco o niente.

Commenti