Politica

Quei «terroristi dilettanti» al servizio dell'Isis

Gli ultimi attacchi rispondono all'appello del portavoce del Califfo Adnani

Fausto BiloslavoTerroristi «dilettanti» sul Mar Rosso, il tunisino a Parigi con la cintura da kamikaze senza esplosivo, il seguace del Califfo che spara a Filadelfia vestito da arabo. Negli ultimi giorni il richiamo del terrore ha fatto presa in Europa, Nord Africa e Stati Uniti, come propagandava Abu Mohammed al-Adnani, portavoce dello Stato islamico. Proprio lui dal 2014 si era appellato ai «lupi solitari» di tutto il mondo per colpire gli infedeli con qualsiasi mezzo, pure i coltelli.Secondo la ricostruzione dell'attacco all'hotel Bella Vista di Hurghada di venerdì sera, il ministro del Turismo egiziano, Hisham Zazou, ha dichiarato che i due assalitori erano armati di coltelli. «Mi pare che sia un po' un lavoro da dilettanti» ha aggiunto il rappresentante del governo egiziano. Uno dei presunti terroristi, Mohamed Hassan Mahfouz, 21 anni, è stato ucciso dalle forze sicurezza dopo essere entrato nel ristorante del resort e aver ferito, assieme al suo complice tre turisti europei. L'altro è stato colpito alle gambe, secondo la stampa locale, che sostiene fossero in possesso anche di giubbotti esplosivi. Più testimoni hanno affermato che i due gridavano Allah u akbar (Dio è grande) e avevano una bandiera nera dello Stato islamico.Sembra il copione delle istruzioni di Adnani lanciate il 22 settembre 2014: «...fare affidamento su Allah è imprescindibile per portare a termine la missione ed uccidere un infedele. Poi potresti spaccargli la testa con una pietra, macellarlo con un coltello, investirlo con l'auto». La missione suicida è riuscita a metà: una coppia di anziani austriaci, Renata e Wilhelm Weisslein assieme alla turista svedese Sammie Olovsson sono stati lievemente feriti dalle coltellate.Almeno uno dei giovani che voleva ammazzare qualche infedele sarebbe originario di Giza, il sobborgo del Cairo dove si annidano cellule dello Stato islamico. Proprio ieri due terroristi in motocicletta e più esperti, hanno ucciso un militare e un colonnello della polizia ad un posto di blocco a Giza. L'attentato è stato rivendicato dalla costola egiziana del Califfato, che ha la sua roccaforte nel Sinai.La strategia di Adnani di aizzare i lupi solitari del Califfo in giro per il mondo potrebbe aver attivato pure Edward Archer, l'americano vestito con una jalabiya bianca, la classica tunica araba, che l'8 gennaio ha cercato di ammazzare un poliziotto a Filadelfia sparandogli 13 colpi di pistola. Una volta arrestato ha dichiarato: «L'ho fatto per l'Isis», anche se non avrebbe contatti diretti.Non è escluso, che un'altra vittima dei sanguinari proclami di Adnani sia il tunisino Tarek Belgacem. Il 7 gennaio si è presentato all'ingresso di un commissariato di polizia parigino con un coltellaccio e una finta cintura esplosiva gridando Allah u akbar e scagliandosi contro gli agenti che lo hanno ucciso. In tasca aveva il giuramento di fedeltà al Califfo.La sequenza di lupi più o meno solitari dell'ultima settimana è impressionante. In passato ci sono stati attacchi del genere in Canada, Francia e Australia, ma distanziati nel tempo. Per la prima volta stanno avvenendo uno dietro l'altro, come se la propaganda subliminale del Califfato, amplificata dall'attenzione dei media, facesse attivare ben più terroristi fai da te rispetto a prima. Non è un caso che il 7 gennaio Adnani sia finito nel mirino di un bombardamento mirato, che lo avrebbe ferito gravemente.

Gli Usa lo avevano inserito nella lista delle eliminazioni dall'agosto 2014.

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