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Quei trenta dossier che dividono il governo gialloverde

Dalla flat tax al caso Alitalia, passando per la riforma della Giustizia e la Tav. E le tensioni interne al governo sono destinate a trascinarsi anche dopo le europee

Quei trenta dossier che dividono il governo gialloverde

Dopo reddito di cittadinanza e Quota 100 lo scontro ora è su decreto sicurezza, flat tax e salario minimo. Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale per il rinnovo del Parlamento europeo gli alleati di governo sono sempre più divisi.

Il governo andrà avanti per altri quattro anni, è il mantra che ripetono tutti. Ma i botta e risposta tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio lasciano pensare al contrario. “No alla flat tax, no al nuovo decreto sicurezza, ci pagano per dire dei sì, non per dire dei no”, attacca il leader della Lega, che accusa i pentastellati di andare a braccetto col Pd.

Di Maio ribatte sulla flat tax, invocando la tassa piatta “per i ceti medi” e “non per i ricchi” e sulle autonomie chiede che non siano tolte “risorse ad altre Regioni”. Poi si scaglia ancora contro Salvini: “Si vuole fare un altro decreto sicurezza perché magari nel primo non ha funzionato tutto?”. E le tensioni non sono destinate ad esaurirsi con il voto europeo. È lo stesso leader pentastellato a confermarlo ai microfoni di Matrix. “Su alcuni temi lo marcherò sempre”, dice di Salvini.

Dopo il 26 maggio però arriverà la resa dei conti. In Parlamento si discutono il decreto crescita e lo sblocca cantieri e lo scontro si sposterà sul “salva Roma” e sull’estensione della procedura negoziale delle gare di appalto agli importi inferiori a un milione di euro. Poi ci sono la Tav e il fisco, con flat tax e condono fiscale che non piacciono al Movimento 5 Stelle.

Secondo il Sole 24 Ore sono ben 30 i dossier che dividono la maggioranza. Dalla riforma della Giustizia, al caos Alitalia, passando per i temi che stanno tenendo banco in campagna elettorale, come cannabis e castrazione chimica. E a pesare sui prossimi appuntamenti in agenda ci sono lo spread in salita e il nodo delle risorse, 23 miliardi, che l’esecutivo dovrà trovare per scongiurare l’aumento dell’Iva nella prossima manovra.

“Dobbiamo fare responsabilmente una serie di cose che riguardano la vita degli italiani, spero che questa cosa dei mitra finisca, dobbiamo fare cose concrete”, è l’appello di Luigi Di Maio.

Ma la battaglia è destinata a continuare.

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