Cronache

Quei volontari dei Cie trasformati in manager per i boss delle cosche

Dal 2012 la gestione di Isola Capo Rizzuto diventa a pagamento. Da lì iniziano i guai

Quei volontari dei Cie trasformati in manager per i boss delle cosche

Da volontari nei centri d'accoglienza a veri e propri manager della malavita locale che gestivano il business immigrazione. Questo è quanto emerge dalle carte del fermo dei 68 appartenenti alle cosche della 'ndrangheta arrestati l'altro ieri a Catanzaro e provincia.

Per capire il contesto in cui si svolgono i fatti bisogna dire che il Centro di accoglienza Sant'Anna di Isola di Capo Rizzuto divenne operativo nel 1999. In 18 anni, come si legge nella documentazione, «ha subìto notevoli trasformazioni dal punto di vista della normativa giuridica e della struttura stessa. Nel 2012 il ministero dell'Interno - Dipartimento per le Libertà civili e l'immigrazione - dispose l'avvio delle procedure di gara per l'affidamento della gestione del Cara/Cpa/Cie per il triennio 2012/2015. Il 16 maggio di quell'anno venne approvato l'avviso di gara per l'individuazione del nuovo gestore mediante procedura aperta con il criterio del prezzo più basso, ponendo come base d'asta il prezzo di 30 euro più Iva a migrante. Venne aggiudicato definitivamente l'affidamento del servizio alla confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia che aveva formulato l'offerta con un ribasso pari al 28,711% sull'importo posto a base di gara pro-capite pro-die, per 19.975.926,33 di euro complessivi, oltre oneri per la sicurezza pari a 45mila euro». L'ente gestore aveva la possibilità di subappaltare le prestazioni di servizio relative alla fornitura dei pasti, alla raccolta dei rifiuti, compresi quelli speciali, e alla fornitura del materiale previsto per il «kit per gli ospiti. A novembre 2012 la confederazione nazionale delle Misericordie d'Italia stipulò contratti di subappalto per la fornitura dei pasti e servizi alla Co.Se.c. società cooperativa; Mediterranea catering srl di Crotone; Quadrifoglio snc di Pasquale Poerio & C.; Puliverde srl. Ma a settembre 2013 la Quadrifoglio modificò la propria natura per trasformazione da società in nome collettivo a società di capitali, assumendo la denominazione di «Quadrifoglio srl». «Prima del 2001 - si legge nel documento - la Fraternita di Misericordia di Isola di Capo Rizzuto si interessava della gestione dei profughi nel Cpa e nel Cpt isolitano, fornendo un contributo volontaristico/umanitario e senza percepire compensi. Successivamente, nel periodo 2001- 2015, divenne ente gestore».

Le subappaltanti, che di fatto erano un unico gruppo economico che, a causa delle interdittive antimafia, subiva cambiamenti per mantenere il controllo sulla spartizione di denaro pubblico, comprendeva La Vecchia Locanda di Antonio Poerio, la Catering La Vecchia Locanda di Stefania Muraca, la Catering La Vecchia Locanda srl, la Quadrigoglio snc di Pasquale Poerio & C. e, infine, la Quadrifoglio srl. Agivano sotto la direzione dei coinvolti della Misericordia, in associazione per ottenere lauti guadagni in maniera illecita.

D'altronde si legge in una delle intercettazioni tra Antonio Poerio e il suo commercialista: «Io sono... a me mi... io ho un contratto con loro come... a me mi danno un subappalto tutto loro che io ho il 50 del mangiare, capito? Un patto parasociale io ho». Il commercialista, visto il polverone che si sta sollevando sulla questione sui giornali, gli risponde: «Ah quindi tu non fatturi direttamente?». E Poerio: «Sì io fatturerò pure... è un patto parasociale, fatturerò pure». E l'altro: «Tonì mo non, diciamo, non ti offendere, no. Ma tu, eventualmente, se mi servisse un certificato antimafia, tu me lo dai? Io te lo devo chiedere perché... io te lo devo chiedere perché se me lo chiedono, io gli dico sì, te lo mando fra un minuto. E tu me lo mandi». Antonio Poerio gli dice allora: «Te lo giro subito, ti giro subito un contratto che ha firmato la prefettura per...

alla Quadrifoglio per i pranzi della questura».

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