Politica

Quell'aperitivo al carciofo che tolse il logorio all'Italia

Libro-amarcord celebra una dinastia di imprenditori e l'amaro che divenne il simbolo del boom economico

Nino Materi

A Milano, in Via Cino del Duca, proprio davanti Palazzo Visconti, c'è chi giura che il 3 maggio apparirà dal passato un signore seduto a un tavolo in mezzo alla strada, con una miriade di auto che gli gironzolerà attorno. Ma lui, impassibile, continuerà a sorseggiare il suo Cynar, sfogliando mollemente il giornale. I più attenti gli sentiranno sussurrare: «Contro il logorio della vita moderna...». Che si tratti del fantasma di Ernesto Calindri?

E potrebbe essere tutto vero, considerato che a Palazzo Visconti l'imprenditore Antonio Dalle Molle giovedì presenterà il volume Il Cynar e i suoi fratelli, libro da leggere (e da bere) d'un fiato.

Il cynariano brindisi d'esordio data 1948, col lancio del mitico «aperitivo amaro» della Pezziol «al gusto di carciofo»: scommessa non da poco, considerato l'aspetto non proprio entusiasmante della pianta in questione.

Ma i genitori del Cynar non si fecero condizionare, ed ebbero ragione: la creatura di Amedeo, Angelo e Mario Dalle Molle fu un successo clamoroso, che prosegue ancora oggi. Antonio Dalle Molle (figlio di Mario) ne racconta l'epopea, legata a doppio filo al nostro boom economico del secondo dopoguerra.

Coordinato dall'esperto d'arte Marco Bertoli, l'opera raccoglie con oltre 300 scatti d'epoca, l'evoluzione del Gruppo Grandi Marche Associate che, per trent'anni, ha distribuito nel mondo non solo l'aperitivo a base di carciofo, ma anche i liquori VOV e Biancosarti.

Prodotti che strizzano l'occhio alla «qualità della vita», e non è certo un caso che Angelo Dalle Molle lanci nel 1958 anche la rivista mensile La via aperta al benessere di tutti; e dietro quel «tutti», per i Dalle Molle, non c'erano solo i propri dipendenti, ma tutti i consumatori italiani.

«Il Cynar deve il suo successo a una serie di fortunate commistioni: le qualità umane di Amedeo, gli innovativi ed efficaci investimenti di comunicazione promossi da Angelo e le capacità manageriali e organizzative di mio padre Mario - spiega Antonio Dalle Molle -. Altri fattori vincenti: il carciofo, da sempre considerato un elemento naturale e salutare; la fitta e motivata rete commerciale e un momento storico nel quale l'Italia aveva un gran bisogno di sognare».

Una storia italiana irripetibile da sfogliare restando incantati dalle pubblicità realizzate da Marcello Dudovich; dai documenti d'archivio della storica ditta Pezziol; dalle foto dei membri della famiglia di Padova che l'ha rilevata; dalle testimonianze; dai ricordi. Un amarcord sentimentale (curato da Giustina Porcelli e Simone Marzari) che, attraverso la dinastia imprenditoriale dei Dalle Molle, ricostruisce le vicende di un intero Paese. Industria, affetti e società si mixano alla perfezione, senza neppure bisogno dello shaker del barman.

Oltre al Cynar, il Gruppo Grandi Marche dei fratelli Dalle Molle (ceduto tra gli anni Settanta e Ottanta alla Erven Lucas Bols e poi, in seguito, acquisito dal Gruppo Davide Campari) è stato infatti proprietario di tante altre specialità apprezzatissime anche da Telly Savalas, alias il tenete Kojak. Il quale, a fine serata, ha fatto irruzione a Palazzo Visconti trascinando tutti i presenti in questura, dove si è provveduto all'identificazione dei soggetti; quindi ognuno è potuto tornare a casa. Scherziamo, ovviamente. Trattasi di pura invenzione «cinematografica», come quando sul grande schermo il «liquore a base di carciofo» è stato presente ne Il Sorpasso, con Gassmann e Trintignant che ordinano «due Cynar lisci» nel bar di una stazione di servizio.

Dall'alto di una nuvola, nel Paradiso di Carosello, si dice abbiano seguito la presentazione de Il Cynar e i suoi fratelli anche Amedeo Nazzari, Giorgio Gaber, Ubaldo Lay e Domenico Modugno: tutti ex celebri testimonial del marchio.

Voci di corridoio assicurano che si sono divertiti tantissimo.

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