Cronache

Quelle coppie che vanno via insieme lo stesso giorno

Quelle coppie che vanno via insieme lo stesso giorno

Antonio e Liliana si sono conosciuti da bambini, vicini anche lì, ma di casa. Vivevano in un paesino, Caprara di Spoltore, a volte sembra incredibile che l'eternità per darsi un inizio scelga un angolo così sperduto dell'universo. Antonio, era l'ultimo di tre figli, ed era nato, non per caso a San Valentino, era stato in Argentina poi era tornato; lei era la quarta di cinque bimbi, la raccontano come una donna di carattere e una fantastica cuoca. Si sposano nel 1955, vanno a vivere a Pescara, arrivano Paola e Cesare, poi i nipotini.

Antonio Pucci, anni 90, da gentiluomo di una volta, ha voluto andare via per primo a «preparare il cielo per portarci la sua sposa» dice il figlio con gli occhi lucidi. Liliana Di Giamberardino, 88 anni, l'ha raggiunto nove ore dopo, lo stesso giorno. Si erano visti per l'ultima volta prima di Natale, quando portarono lei in ospedale. Le disse: stai tranquilla, ci rivedremo molto presto e saremo insieme per sempre. Non era il tipo che non manteneva le promesse.

Antonio e Liliana fanno parte di quegli amori teneri e tenaci che sembrano spariti dal mondo delle relazioni fluide, delle coppie allargate e dei legami con il timer, che invece sbocciano in ogni angolo del mondo come fiori nel deserto. Anche Benito Bruno e Rita Porta, 86 e 85 anni, sessantotto passati insieme, se ne sono andati lo stesso giorno, ad Alessandria, perché era impossibile immaginare che la vita fosse ancora vita senza l'altro. Aveva fatto qualunque lavoro per mantenere i figli «ma se la mamma se ne va - aveva detto loro - io la seguo subito». Persino quelle dodici ore che li hanno divisi erano intollerabili.

Primo Borlotto e Anna Mason, 93 e 92 anni, di Resana di Treviso, ne hanno aspettate solo quattro. Avevano retto la morte del figlio Antonio in un incidente stradale, trent'anni fa, ma non quella del compagno di una vita. O Domenico Luciani e Marcella Conti, di Prato, zona Coiano, ci piace scrivere il nome di questi romei e di queste giuliette, lui che se ne va alle 8 del mattino, lei che lo segue alle 8 di sera.

Storie che sembrano minime ma sono infinite, anche dove la memoria cancella le tracce di chi è passato e il futuro brucia gli anni in un respiro, le uniche storie dove persino la morte sembra un lieto fine. E che appartengono a un altro tempo solo all'apparenza.

Scriveva Pirandello: «L'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno».

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