Politica

Quelle piante ironiche che non ci meritiamo per la nostra inciviltà

Eleonora Barbieri

Caro direttore, lo so che anche il nostro Giornale non ha gradito l'arrivo delle palme in piazza Duomo, però vorrei dirti due cose in proposito.

Quando ero piccola, a un certo punto mio papà ha piantato tre palme nane in giardino, nella nostra casa nell'Oltrepò Pavese. Ai piedi delle colline. Anche lì, le palme nane non si erano viste spesso. Sarà che ero bambina, ma quelle palme mi piacevano moltissimo. Comunque, quell'inverno è stato quello della grande gelata, l'inverno dell'85, quello che tutti i bambini milanesi dell'epoca si ricordano, perché le scuole sono rimaste chiuse. Noi ci siamo divertiti, le palme nane ovviamente non sono sopravvissute, insieme a una decina di azalee meravigliose. E va bene, ma questo che cosa c'entra con piazza del Duomo? C'entra. Anche le palme di Milano non sono sopravvissute. È l'inverno del nostro scontento a non volerle. Lo scontento, anche e spesso legittimo, che vede nelle palme il simbolo della politica che non fa politica, dei problemi quotidiani ignorati, delle grandi questioni della storia che diventano realtà banale e ostacoli insormontabili e indifferenza dei potenti. A volte anche terrore, per noi e i nostri figli. Ma le palme che cosa c'entrano, con tutto questo? Niente.

Le palme, fino all'altro giorno, secondo me avevano un solo problema: sono un po' mingherline. Insomma non tanto in sintonia con la piazza, il Duomo, la sua bellezza. Poi il problema delle palme, dopo che qualcuno le ha mezze bruciate, è diventato un altro: è che non ce le meritiamo, le palme. O, per chi le ritiene un insulto e un obbrobrio, non ci meritiamo neanche le palme. Perché siamo una città così incivile, che in pieno centro, davanti a una cattedrale grandiosa, riusciamo a dare fuoco a delle piante. Questo sì che è preoccupante, molto più delle preoccupazioni di paesaggisti e architetti, molto più di chi parla di suk. Perché i suk, a Milano come nelle grandi città europee, sono altri. E Milano è una grande città europea. Dovrebbe continuare a esserlo, sempre di più. In una città così, anche le palme, delle piante bellissime pure se non autoctone, delle piante, diciamo, anche un po' ironiche, perché tutti i milanesi sognano il mare, e infatti ci fuggono ogni weekend di sole, ecco, queste piante striminzite dovrebbero avere la possibilità di crescere. Di fare vedere che sono belle, e che forse ci piaceranno.

Poi, caro direttore, ti devo dire un'altra cosa: appena tutti, ma proprio tutti, le hanno attaccate, queste palme a me sono state subito simpatiche.

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