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Serenella Bettin

Mafiosi, assassini, pluriomicidi «declassati» per avere un lavoro e beneficiare di permessi premio. Così a Padova scoppia il caos. Rinchiusi nella casa di reclusione Due Palazzi, una dozzina di carcerati in regime di massima sicurezza sarebbe stata declassata a una detenzione più morbida. Il tutto per godere di un impiego all'interno del penitenziario e per ottenere permessi premio. L'indagine è scattata al termine di un'ispezione del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria) che nel luglio 2014 e poi ancora a marzo 2015 aveva condotto all'arresto anche di poliziotti penitenziari per l'introduzione nelle celle dei detenuti, di droga e telefonini. Erano 130 i cellulari entrati illegalmente in tre anni, corredati di scheda sim. E almeno 200 sarebbero stati i carcerati che hanno usufruito del telefonino per chiamare amici, famiglie e parenti. L'indagine aveva scoperto detenuti e poliziotti, dediti al commercio di droga, cellulari e schede. I carcerati potevano anche navigare in internet. Il Dap aveva quindi deciso di revocare al carcere della Città del Santo la specifica As1, Alta Sicurezza che accoglieva pluriomicidi, pentiti e 41 bis; questo aveva fatto sì che dall'aprile 2015 il carcere era diventano comune. Al declassamento della struttura si erano avuti, e qui scoppia il caos, anche declassamenti di alcuni soggetti pericolosi che da detenuti in regime As1 sono stati trasformati in detenuti comuni, rimasti a Padova e messi così magicamente alla pari di «semplici» spacciatori, godendo di alcuni vantaggi. Questa indagine che era partita senza accuse né indagati, ora, come si legge anche dal sito del periodico mensile del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria) a finire indagato per falso in atto pubblico è l'ex direttore della casa di reclusione Due Palazzi, Salvatore Pirruccio, 64 anni, che rimase alla guida dell'istituto per tredici anni fino a ottobre 2015. Poi venne trasferito al Provveditorato dell'amministrazione penitenziaria del Triveneto. Lui avrebbe predisposto gli atti per declassare dodici reclusi, alcuni dei quali impegnati nelle cooperative sociali all'interno della struttura penitenziaria. Soggetti pericolosi che avrebbero dovuto essere trasferiti in un carcere atto ad accoglierli, come era prima il Due Palazzi e invece sono rimasti lì.

Il declassamento è possibile ma le regole da seguire sono severe.

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