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La cultura "curvy" e tutti i rischi del cibo malinteso

La cultura "curvy" e tutti i rischi del cibo malinteso

Alle prese in giro per il peso in eccesso Vanessa Incontrada e la modella francese Ayem Nour hanno risposto che non è la forma fisica a fare la felicità ma l'amore. Torna in mente una celebre frase di Woody Allen: «Il denaro non dà la felicità, figuriamoci la miseria». Se il peso forma non è necessario e sufficiente ad essere felici di certo la ciccia in più non aiuta.

Il linciaggio di chi è sovrappeso o obeso è un bullismo che non è mai giustificabile né utile, ma non lo è neanche lo sdoganamento di una cultura «curvy» che attraverso miss curvy o il curvy pride vorrebbe affermare nuovi criteri per la fisicità. Anche per un problema legato alla salute si sono create fazioni contrapposte. Da una parte i lipofobici per cui anche il grasso altrui è inammissibile quanto un'offesa personale. Persone che si nutrono dei peggiori pregiudizi sugli obesi per cui sarebbero pigri e ingordi, cui manca forza di volontà e senso della misura. Dall'altra per rispondere alla dittatura dell'immagine e della magrezza, che ha generato la deriva delle modelle anoressiche, quelli della ciccia che diventa un feticcio, del grasso che è bello e non fa male né al corpo né allo spirito. E invece fa molto male, perché predispone ad una serie di gravi patologie, deprime perché come tutte le dipendenze promette e non mantiene mai le promesse. Alla sazietà raggiunta attraverso l'assunzione esagerata di cibo non segue serenità ma colpa e frustrazione. Emozioni negative che spingono verso una successiva abbuffata con una conseguente perdita dell'autostima per non essere riusciti a dominare l'impulso alimentare.

Nelle persone che non hanno problemi di peso il comportamento alimentare è stabilito da sistemi cerebrali che traducono il fisiologico fabbisogno energetico in sensazioni coscienti di fame o di sazietà. Le persone in sovrappeso perdono la capacità di percepire i loro bisogni corporei perché al cibo attribuiscono dei poteri che non possiede. Come la sigaretta o una qualsiasi sostanza psicotropa è utilizzato per placare l'ansia, per ricevere una gratificazione o colmare un vuoto che si lega a relazioni disfunzionali o ad una attività lavorativa frustrante, che permangono anche dopo la migliore delle pietanze. Chi è in sovrappeso è perennemente a dieta, passa da una condizione di autocontrollo alla compulsione. Una dieta tira l'altra, e tutte ugualmente inefficaci, privano la persona di cibi che desidera perché accusati di essere particolarmente ingrassanti. Ma nulla è più desiderato del cibo proibito e quando il bisogno di una gratificazione prevale sul proposito razionale di costringersi ad una restrizione dietetica se ne mangerà in eccesso per poi tornare a punirsi e poi ad esagerare di nuovo.

Un circolo vizioso da cui uscire è difficile se non impossibile, e anche Vanessa Incontrada lo sa.

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