Cronache

Dal Torero a Prato: così il web esulta per le tragedie

Dal Torero a Prato: così il web esulta per le tragedie

Il giubilo degli internauti per la morte del matador Ivan Fandino, incornato e ucciso dal toro, e per quella di Marco Prato, suicida in prigione, ricorda un coro di erinni vendicative in una tragedia greca. Sia Fandino sia Prato hanno lasciato in terra famiglie distrutte dal dolore e neanche per loro c'è stata compassione. La legge del taglione prevedeva che soltanto chi aveva subito il danno potesse vendicarsi arrecandone uno di uguale misura eppure il padre e la fidanzata di Luca Varani, il ragazzo brutalmente ucciso da Prato, non hanno gioito quanto questi sconosciuti per un'orribile tragedia nella tragedia che non sarà d'aiuto a nessuno. La furia e l'attrazione per il sangue e la morte delle dee erinni sono state messe in scena sul web per dare la stura ad un sentimento vendicativo primordiale che prescinde dall'empatia per il toro o per il povero Varani. Perdonare è sempre difficile ma diventa possibile quanto la colpa è espiata attraverso una pena congrua che risarcisce la vittima. Per il dolore inflitto ai tori durante la corrida e per l'uccisione di Varani, Fandino e Prato hanno pagato con la vita ma queste morti non hanno placato il desiderio di rivalsa. Per l'ingiustizia subita da queste vittime non c'è pena che lenisca la collera. Gli individui che hanno una particolare sensibilità al sentimento d'ingiustizia confessano involontariamente un dolore che hanno subito e ha provocato loro un vissuto d'impotenza e rabbia da cui non riescono a liberarsi. Sono persone ancorate a un passato di sofferenza che rimangono ingabbiate in una esistenza in cui agire una forma di violenza, anche solo verbale, è un bisogno che testimonia una risentimento incomprimibile per qualcosa che è stato patito in passato. Festeggiare la morte di uno sconosciuto diventa un modo per riparare vecchie ferite. Quando Diego Moltrer, presidente del consiglio regionale del Trentino e cacciatore per passione morì stroncato da un infarto, Enrico Rizzi, segretario del Partito animalista europeo scrisse su Facebook di essere felice perché l'infame cacciatore finalmente sapeva cosa significa morire.

Invece con la morte è preclusa ogni possibilità di comprensione e liberazione, del male fatto e di quello ricevuto.

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