Cronache

Il valore della sintesi tra culture

Cogliere le differenze, preferire la propria cultura e salvaguardala dall'assimilazione non giustifica alcuna forma di razzismo

Il valore della sintesi tra culture

L'assassinio di Jessica Faoro dopo quello di Pamela Mastropietro, per cui sono indagati un italiano e un nigeriano, ha innescato un dibattito politico e sociale infantile quanto inutile: gli italiani sono come i nigeriani?

Gli italiani non sono come i nigeriani, anche se soggetti delle due nazionalità possono compiere lo stesso gesto criminale. Le popolazioni sono diverse fisicamente, culturalmente e psicologicamente. Peculiarità che circoscrivono identità nazionali precise. Le società umane possiedono sistemi di vita tipici, credenze, morale, diritto e costumi sviluppati nei millenni, in ragione dei tempi e passibili di lente trasformazioni.

Le differenze antropologiche sono negate a favore di una teoria assunta per evitare le angosce provocate dall'immigrazione di massa. Meccanismi di difesa che sono messi in atto per superare l'angoscia provocata dal pericolo di un'invasione e per paura della dispersione dei propri valori. Senza valori che identificano un gruppo d'individui, una società è destinata all'estinzione perché verrebbero meno quelle somiglianze tra i membri che creano rapporti di stretta vicinanza, collaborazione e divisione dei compiti necessari alla sopravvivenza di quella società. Appartenere a un gruppo sociale vuol dire sapere che c'è un noi, diverso da loro. Se non si ritenesse migliore delle altre la propria cultura di riferimento non se ne rispetterebbero le norme che ne discendono. Se la discriminazione della donna è accettata nei Paesi islamici, non lo è in quelli occidentali.

Dire che un nigeriano, un marocchino o un iraniano è come un italiano vuol dire mettere su uno stesso piano le diverse culture in ogni area sottintendendo siano applicabili a tutte le popolazioni. La discriminazione della donna o la sua infibulazione dovrebbe essere allora accettata ovunque emigri un richiedente asilo di religione islamica e questo non avviene. Cogliere le differenze, preferire la propria cultura e salvaguardala dall'assimilazione non giustifica alcuna forma di razzismo. La convivenza è possibile se passa da un'integrazione che genera spontanea biculturalità. Dall'incontro tra due culture originarie nasce una terza conoscenza che sposa le parti migliori delle due.

Se l'immigrato è accolto soltanto a parole, se diventa manodopera per la criminalità organizzata, se è un alcolista o uno spacciatore che vive nei parchi o nei vicoli della città, senza una casa e senza un lavoro, pensare che nasca una biculturalità non è ingenuo ma ipocrita e comporta oltre alla morte di Jessica anche quella di Pamela.

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