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Democratici narcisisti da psicanalisi

Democratici narcisisti da psicanalisi

La cena convocata e poi annullata dall'ex ministro Calenda con il proposito di far riallacciare il dialogo tra Renzi, Gentiloni e Minniti, aveva il fine di smuovere un Pd impantanato nelle liti interne al partito. Proporre una cena pacificatrice è stato un assist a Zingaretti. Il governatore per distinguersi dall'attuale dirigenza ha replicato che anche lui l'avrebbe organizzata, non tra esponenti di partito ma con la gente comune, cui chiedere lumi sugli errori del Pd. Ma pianificare una riunione a base di zuppa di pesce e vino bianco ghiacciato non è soltanto un errore di comunicazione, è il simbolo evidente del problema che ha ridotto il Pd in stato comatoso, forza politica paragonabile ormai a un paziente psichiatrico che soffre di un grave disturbo narcisistico di personalità. La sua ostentazione di raffinatezza intellettuale e superiorità morale ha fatto fuggire gli elettori. Anche il popolo pensa a mangiare, a come mettere insieme il pranzo con la cena, quarta settimana del mese compresa. Il Pd è uno snob che mette il buon gusto davanti all'empatia per le persone, di cui non percepisce né la pancia né la testa. L'essenza dello snob, diceva Virginia Woolf, è il desiderio di far colpo sugli altri affinché lo convincano, e si convincano, di ciò di cui in realtà non è affatto convinto: che anche lui è una persona importante. La caratteristica essenziale del narcisista è il senso grandioso di autostima che lo rende vanaglorioso e presuntuoso, come Renzi alla cattedra che spiega l'insegnamento agli insegnanti. Il politico narcisista fallisce perché dimentica di essere al governo del paese per rappresentare la volontà del popolo che gli ha conferito il potere. Non tiene conto della volontà di chi lo ha votato perché ritiene che soltanto lui e il suo gruppo, di persone altrettanto speciali, cui riconosce le stesse doti di perfezione e unicità, possano comprendere e decidere la cosa migliore per tutti. In un clima d' insicurezza sociale la sola ipotesi dello ius soli, che il Pd prima voleva approvare subito e poi non ha votato per paura, ha generato la reazione di fuga degli elettori, cui metaforicamente è stato detto: noi invitiamo i nostri amici a cena a casa vostra. Se non li fate entrare siete fascisti e razzisti.

Mentre noi ceniamo con zuppa di pesce e vino ghiacciato occupando comode poltrone, decidendo le vostre sorti, voi dovete dividere il più frugale pasto finanche l'ultima settimana del mese.

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