Cronache

Quindici anni di "dago-spiate" hanno fatto del gossip un'arte

Roberto D'Agostino aprì il suo sito quasi per gioco, ma oggi è una fonte "autorevole" specializzata in scoop anche politici

Quindici anni di "dago-spiate" hanno fatto del gossip un'arte

Oggi Roberto D'Agostino fa festa, e la notizia si potrebbe commentare così: chi se ne frega. Occhio, però. Non è una festa qualsiasi, bensì il quindicesimo compleanno della più bella creatura del famoso giornalista: Dagospia, il primo quotidiano online, probabilmente il più compulsato, di sicuro quello seguito con maggiore interesse (e curiosità) dalle persone, come usa dire, di target alto. I motivi del successo sono tanti, ma ne citiamo con enfasi uno solo: i testi e i titoli sono una mescolanza sapida di indiscrezioni, anticipazioni e gossip di tipo salottiero, cui si aggiungono - negli ultimi tempi in crescendo - spruzzate abbondanti di sesso.

Una parte cospicua degli affezionati al sito finge talvolta di scandalizzarsi e non risparmia critiche severe al curatore e demiurgo del giornale in questione, ma non smette di leggerlo e di osservarne le immagini, alcune ben oltre il limite della decenza. D'Agostino è consapevole che, esagerando con l'erotismo, va incontro alla deplorazione dei perbenisti, ma sa che, poi, costoro sono i più assidui frequentatori della sezione dedicata da Dago a glutei, seni e raccontini di corna inflitte e subite da vari Vip, spesso colti dal fotografo in flagranza di tradimento o in atteggiamenti che si prestano a interpretazioni maliziose.

D'altronde si sa come vanno queste cose: mai nessuno mi ha confidato di essere un estimatore della pornografia, eppure si dà il caso che Youporn sia il più cliccato sul computer. Significa che il genere è trainante; e Roberto, il quale oltre ad avere fiuto da vendere è dotato di senso pratico, vi ricorre senza risparmio allo scopo di attrarre «clienti», indispensabili per tentare di incrementare la pubblicità, sempre troppo poca rispetto alle esigenze di cassa.

Dagospia merita una celebrazione speciale. Tre lustri orsono, quando esordì, noi del ramo eravamo scettici sulle possibilità di una sua affermazione in un mercato non ancora avvezzo alle tecnologie avanzate, in particolare se applicate all'informazione. All'epoca la carta stampata non manifestava segni di cedimento: non si intravedeva all'orizzonte alcuna crisi. I nostri dubbi erano pertanto giustificati. D'Agostino invece, incurante delle perplessità diffuse, si gettò allo sbaraglio investendo denaro ed energie che sembravano degni di miglior causa. L'inizio fu tribolato, ma nel giro di pochi mesi l'esperimento aprì le porte alla speranza che i giornali online, se azzeccati nel tiro e nella confezione, avessero un futuro radioso.

Oddio, il presente è ancora denso di difficoltà per ragioni presto spiegate. Internet è entrato prepotentemente nel costume del mondo intero, inclusa l'Italia. Però ha acquisito una pessima abitudine: si offre al pubblico gratis. Cosicché i conti di chi gestisce un'impresa sulla Rete non quadrano. Un quotidiano online per campare ha bisogno di soldi, dovendo retribuire i redattori e i collaboratori. Ma se i lettori non pagano per «sfogliarlo», su quali risorse può puntare? La pubblicità. Che tuttavia, come abbiamo già detto, è scarsa, comunque insufficiente a garantire il pareggio di bilancio, figuriamoci se è in grado di produrre reddito. Per questo Roberto va elogiato senza riserve. Pur tra mille ostacoli tiene in piedi un notiziario brillante e indispensabile per chi voglia essere aggiornato non soltanto sui fatti accertati, ma anche sulla genesi dei medesimi e sui retroscena politici, finanziari e della cronaca mondana. L'abilità professionale di D'Agostino consiste nella capacità di unire l'inutile al dilettevole, di insaporire le notizie in sé sciape, di scegliere il meglio di altri media e di rielaborarlo con un lessico speciale da egli stesso coniato sul filo del paradosso; un linguaggio acrobatico e divertente che ha sfondato il muro della moda, imponendosi trasversalmente in ogni ceto.

Un'operazione, quella di Dago, che non ha eguali e che scoraggia imitatori, tanto è vero che finora nessuno ha osato fargli il verso. Quanto a Roberto, la sua esistenza pirotecnica si presterebbe quale sceneggiatura di un film che fosse l'esatto opposto de La grande bellezza . Per comprendere l'uomo, basta narrare questo episodio. Una sera fui ospite in casa di D'Agostino, un attico meraviglioso lungo il Tevere. Egli mi accompagnò a visitare le varie stanze, tutte zeppe di falli di qualsiasi foggia. Decine, centinaia di falli sparpagliati qua e là. Falli di marmo. Falli trasformati in lampade. Un campionario impressionante. Gli domandai: perché questa roba? Risposta: così nessuno dirà mai che non capisco un cazzo.

Auguri.

Commenti