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Raccolto in dieci punti il programma azzurro per "conquistare" l'Europa

Dalla riforma della Bce a un piano Marshall per l'Africa per contrastare l'immigrazione

Raccolto in dieci punti il programma azzurro per "conquistare" l'Europa

Roma - «Vogliamo guidare l'Europa verso un futuro migliore». Inizia così il documento messo a punto da Forza Italia con le «proposte programmatiche degli europarlamentari azzurri per le europee e diffuso durante la riunione dei gruppi al Senato, alla presenza a di Silvio Berlusconi. Si tratta di un testo in dieci punti, contenuto in una cartelletta che comprende anche il programma di FI per l'talia e l'Europa. Il primo è titolato «più poteri al Parlamento europeo», quello successivo è dedicato a «giovani, imprese e investimenti». Poi c'è il capitoletto dedicato all'immigrazione, uno sulla lotta al terrorismo e la sicurezza. Il programma azzurro per l'Italia e l'Europa è formato, invece, da sei punti: da «meno tasse» a «meno Stato e più giustizia e aiuto a chi ha bisogno». A completare quest'ultimo documento anche più sicurezza e meno vincoli all'Europa.

Nel programma svettano alcuni punti strategici come la riforma della Bce che si vorrebbe improntata a un modello simile alla Federal Reserve americana, e il capitolo «Immigrazione» dove Forza Italia si impegna a esigere dal prossimo parlamento un «sistema di asilo europeo equo, efficace e solidale». «L'Europa - spiegano gli eurodeputati azzurri - deve affrontare il problema alla radice È fondamentale un Piano Marshall per l'Africa da cinquanta miliardi di euro per infrastrutture, formazione e per avviare lo sviluppo economico di questo Continente. Questo porterà notevoli opportunità alle nostre imprese». Forza Italia poi si impegna anche a difendere il made in Italy e soprattutto una politica agricola che rispetti le eccellenze del nostro settore agroalimentare.

Il partito guidato da Berlusconi intende poi portare avanti anche alcuni impegni che ricalcano quello che è già da tempo il programma elettorale improntato a un forte liberalismo. Per l'Europa, recita il programma, bisogna immaginare «meno tasse sulle famiglie, sulle imprese e sul lavoro». Resta valido il principio di una macchina statale più snella con la privatizzazione di molti enti pubblici, al fine di ridurre drasticamente la spesa pubblica». L'esperienza maturata dagli eurodeputati azzurri li porta a considerare che un settore strategico della nuova Europa resta quello del commercio. «L'Italia - spiega il documento presentato ieri - esporta beni e servizi per oltre 450 miliardi di euro all'anno. Abbiamo tutto l'interesse a tenere i mercati il più aperti possibili. Gli accordi commerciali portano ricchezza e occupazione quando però tutelano la nostra qualità, le nostre imprese e i nostri consumatori, i nostri standard sanitari, sociali e ambientali». «Ci siamo battuti - osservano gli europarlamentari - per avere strumenti di controllo sugli investimenti stranieri nella Ue a tutela de nostri brevetti, tecnologie e creatività. Difendere le produzioni e l'ingegno italiano e europeo è una nostra priorità». Un volano all'economia non soltanto italiana poi deve arrivare da una semplificazione delle procedure per accedere ai Fondi comunitari. «Troppo spesso - recita il documento - Regioni, imprese e amministrazioni locali non riescono ad accedere ai finanziamenti per eccesso di burocrazia. Serve una maggior informazione sui fondi disponibili, sulle procedure per attivarli e sulla loro rendicontazione. I cittadini e le imprese chiedono trasparenza, modalità snelle e veloci.

Chiediamo regole semplici e una nuova capacità amministrativa dei fondi Ue».

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