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Il ragazzino che si radicalizza Ecco lo scugnizzo della Jihad

Italiano, a 14 anni si è convertito all'Islam e si firma Karim Abdul. Non è violento ma la Digos è in allerta

Il ragazzino che si radicalizza Ecco lo scugnizzo della Jihad

Q uattordici anni e mezzo, italiano, battezzato: da un giorno all'altro ha annunciato ai genitori, una semplice famiglia della profonda provincia vesuviana, di aver scoperto il Corano. E si è convertito all'Islam.

Oggi i compiti in classe li firma storpiando il suo cognome in arabo e aggiungendo al nome di battesimo la nuova identità, Karim Abdul. Il minorenne non ha mai fatto mistero della scelta anzi rivelano al Giornale alcuni conoscenti è assolutamente consapevole del percorso intrapreso. E lo vive con grande serenità. Ne parla con i compagni, quando capita. E con quanti lo avvicinano. Diffonde e difende il Verbo. Ora vive seguendo i precetti di Allah. Prega cinque volte al giorno ed è attentissimo a non incorrere nelle infrazioni della Regola a causa dell'entusiasmo dell'età.

La Digos della Questura di Napoli ha già avuto diversi colloqui con gli insegnanti e con i suoi familiari. Non che la condotta del giovane nasconda qualcosa di violento o di pericoloso, ma il repentino processo di adozione del nuovo credo impone tutte le attenzioni del caso. Soprattutto di questi tempi. Soprattutto nel comprensorio in cui vive dove, da anni, si sono insediate numerose comunità islamiche. E dove si sono verificati altri episodi di conversioni che però hanno riguardato uomini e donne già adulti e con storie drammatiche alle spalle.

Sul profilo Facebook di Karim Abdul, attivo fino a pochi mesi fa, sono stati condivisi video e messaggi di stampo religioso ma mai estremisti né inneggianti alla violenza. Il quadro ricavato dagli investigatori è che il 14enne è sicuramente entrato in contatto con una delle centrali di «reclutamento» islamico attive sul web su cui da tempo stanno lavorando le forze dell'ordine e i servizi segreti non solo italiani. Potrebbe essere un forum virtuale oppure una pagina «occulta» di qualche social network a cui il minore ha avuto accesso. Né si conosce chi possa essere stato il «gancio» che lo ha convinto a frequentare questi luoghi di discussione online. Riuscire a scoprirlo potrebbe svelare parecchi punti rimasti ancora senza risposta in questa storia. E chiarire le modalità su come vengono avvicinati i minori italiani più deboli ed esposti.

Ma Karim Abdul è un alunno modello. È iscritto al liceo scientifico e può vantare un ottimo rendimento. Non ha mai avuto problemi di aggressività e non ha mai dato segnali di insofferenza alla fede cristiana. «È sempre molto solitario però», dice chi lo conosce bene. Non ha tanti amici. Quasi si direbbe che non ne abbia, escluso due coetanei con cui ha maggiormente legato in questi mesi. Ha di sicuro un carattere introverso, chiuso. Una personalità che potrebbe averlo reso più vulnerabile alle lusinghe di chi lo ha irretito prospettandogli i vantaggi esistenziali e di spirito di una nuova fede.

Il padre e la madre, anche loro nati e cresciuti a Napoli così come i nonni e gli altri parenti, non hanno saputo spiegarsi la repentina conversione. Ovviamente, gli sono vicinissimi in questo momento. Lo seguono con una attenzione ancora maggiore, se possibile. La stessa comunità del piccolo paesino in cui risiede, a dire il vero, non ha mai speculato sulla vicenda né ha alzato polveroni. In diverse circostanze, quelli che ne sono a conoscenza l'hanno addirittura protetto per impedire che la circostanza diventasse ingestibile per il fin troppo prevedibile clamore che ne sarebbe derivato.

Il problema ovviamente non è Karim Abdul ma chi lo ha voluto rubare alla sua precedente vita.

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