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Raggi pesca solo due di picche Nessuno vuol fare l'assessore

Le dimissioni di Berdini restano congelate: già tre "no" dai potenziali sostituti. Per il Bilancio ci volle un mese

Raggi pesca solo due di picche Nessuno vuol fare l'assessore

E ora in Campidoglio si teme l'«effetto-Minenna». Perché Paolo Berdini è appeso a un filo, si sa, lungo quanto il tempo per trovargli un sostituto. Salvo che non sia lo stesso assessore, travolto dalle sue dichiarazioni sulla sindaca Virginia Raggi, a tagliarlo quel filo.

Dopo le dimissioni l'1 settembre del super assessore al Bilancio e alla Partecipate Marcello Minenna ci volle un mese per trovare chi prendesse il suo posto. Che nessuno voleva e si vide una sfilza di rifiuti, false candidature, gaffe, nomine subito ritirate come quella di Raffaele De Dominicis. Alla fine, ne servirono due per sostituirlo: Mazzillo al Bilancio e Colomban alle Partecipate. Per Berdini, i primi segnali fanno pensare che potrebbe ripetersi la storia. Come per Minenna, si tratta di un super assessorato, all'Urbanistica e ai Lavori Pubblici, e già si pensa di spacchettare le deleghe. A Milano la Casaleggio Associati è stata subito mobilitata per la ricerca, ma i primi tre candidati hanno già declinato l'invito.

Uno è l'avvocato Emanuele Montini, collaboratore dell'assessore alle Politiche sociali Laura Baldassarre, segretario di Italia Nostra, già capo del legislativo del gruppo M5S alla Camera. Ex rutelliano e legato a Daniele Frongia, già vicesindaco, ora assessore allo Sport, ha fatto sapere di non essere disponibile e di voler restare dov'è. Potrebbe essere stato silurato anche da interni al M5S, che ne temono le posizioni rigide sia sullo stadio che su questioni normative. Poi c'è Carlo Cellamare, docente di Urbanistica alla Sapienza. «Mi dispiace, ma non sono interessato a fare l'assessore - ha risposto - Sono stato contattato, ma non ho incontrato Virginia Raggi. Spero che Berdini resti in giunta». A lui poteva andare la delega all'Urbanistica, ma pare abbia rifiutato anche perché su alcuni progetti delicati del Campidoglio, compreso lo stadio, la sua posizione sarebbe più radicale di quella dell'amico assessore congelato. Per l'altra metà dell'assessorato, Lavori pubblici, si è pensato ad una donna, che aggiungerebbe un tocco in più rosa alla giunta. Poteva essere Paola Cannavò, professore associato di Pianificazione Territoriale all'università della Calabria, ma anche l'architetto paesaggista pare abbia declinato l'offerta.

Già tre rifiuti e ancora il posto non è vacante. C'è da allarmarsi. Ma certo per accettare ci vuole una buona dose di coraggio, vista la sorte di tanti collaboratori della sindaca, bruciati in vario modo in soli 6 mesi. «Raggi come la mantide, divora amici/CapiGabinetto, Assessori e poi fa danni, sacrifica lo stadio sull'altare della demagogia qualunquista», scrive su Twitter il sindaco di Verona Flavio Tosi.

Lei, intanto, si preoccupa di inviare segnali di grande attivismo dalla rubrica web del Comune «La Sindaca informa».

Annuncia che si sta occupando di piste ciclabili e corsie preferenziali, che ha recuperato 5 vecchie spazzatrici elettriche, che i suoi vigili hanno scoperto un magazzino che riforniva venditori abusivi di abiti e troverà il tempo anche per decidere sullo stadio della Roma.

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