Politica

Raggi senza pace: il fisco vuole 23 milioni da Atac

Tegola sull'azienda trasporti che già fatica a pagare gli stipendi. Ma la sindaca è in vacanza

Roma Si prepara un rientro da incubo per il sindaco di Roma Virginia Raggi. L'ultima tegola per il Campidoglio è piovuta sull'azienda dei trasporti. L'Atac infatti continua a dare i numeri e purtroppo hanno tutti il segno meno. Sempre a caccia di liquidità la municipalizzata contava di recuperare il necessario vendendo i propri crediti d'imposta, secondo il piano messo a punto dall'ex amministratore unico Manuel Fantasia, oggi rimpiazzato da Paolo Simioni. Ma una delle società interessate alle gare indette dall'Atac ha chiesto prima di sapere se tra i tanti debiti accumulati dall'azienda ce ne fossero anche con l'Agenzia delle Entrate e la risposta è stata ovviamente sì. Ammontano infatti a 23 milioni di euro i passivi accumulati con il fisco. Dalle ultime verifiche effettuate tra il 21 marzo e il 26 giugno, sono emerse 12 cartelle di pagamento ancora sospese. Le più vecchie risalgono al 2003 mentre le più recenti arrivano fino a quest'anno. L'appalto scadrà in settembre e vale 1,8 milioni di euro. Somma che verrebbe incassata dalla società disposta a fornire subito ad Atac il valore dei crediti per Ires e Iva. Al netto degli interessi i crediti ammontano a 36 milioni di euro, 9 milioni per Ires e 27 milioni per Irap. Atac che al momento fa fatica anche a pagare gli stipendi non può fare a meno di quei soldi. La cessione, come si legge nel bando, «costituisce l'elemento cardine su cui si fonda il flusso di cassa dell'ultimo quadrimestre 2017».

Somme da cui la municipalizzata non può prescindere e se la gara dovesse andare deserta, sarebbero inevitabili «gravi ripercussioni sulla liquidità dell'azienda, che non può contare su fonti alternative di finanziamento». A pagarne le conseguenze i cittadini perché ne risentirebbe la qualità, già assai scarsa, del servizio di bus, tram e metro. Ai 23 milioni di debiti col fisco si aggiungono quelli ripartiti tra Comune e fornitori, per 1,35 miliardi complessivi emersi in bilancio e la necessità di almeno 500 milioni per l'adeguamento dei mezzi di trasporto.

E proprio pochi giorni fa era scoppiata un'altra grana. L'Autorità garante della Concorrenza e del Mercato aveva comminato una sanzione pari a 3,6 milioni di euro all'Atac con la motivazione di aver operato «una pratica commerciale scorretta nell'offerta del servizio pubblico di trasporto ferroviario nell'area metropolitana di Roma» scorrettezza che riguarda i disservizi subiti dai pendolari. Decisioni cruciali andranno prese ma occorrerà aspettare il ritorno del sindaco, la prossima settimana.

FA

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