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Rai, buona la seconda Stavolta la Vigilanza dice sì a Foa presidente

Il via libera arriva grazie a Forza Italia, il Pd non partecipa al voto. Oggi la ratifica del Cda

Rai, buona la seconda Stavolta la Vigilanza dice sì a Foa presidente

Buona la seconda per Marcello Foa. La commissione di Vigilanza ha dato il via libera alla sua nomina alla presidenza della Rai, dopo che il suo nome venerdì scorso era stato indicato dal Consiglio di amministrazione, che oggi si riunirà per ratificare la nomina. Per ottenere l'incarico era necessaria la maggioranza di due terzi. Con il sì di Forza Italia che si è aggiunto a quello di Lega, M5s e FdI la maggioranza è stata raggiunta al contrario di quanto era accaduto alla fine di luglio, quando la Vigilanza lo aveva bocciato proprio perché gli azzurri si erano sfilati. Non è mancato però un «dissidente». I sì sono stati 27, voti sufficienti per il via libera alla nomina. Ma i commissari che hanno preso parte alla votazione erano 32, i no sono stati tre oltre ad una scheda bianca e ad una nulla. In base alle presenze i no avrebbero dovuto essere soltanto due. «Il voto è segreto, non so che cosa non ha retto», ha commentato a caldo il grillino Gianluigi Paragone. Il Pd compreso Pierferdinando Casini, invece non ha partecipato al voto per protesta e già si prepara alla guerra dei ricorsi: Foa, dicono, non poteva essere candidato dopo essere stato bruciato dalla prima bocciatura.

In mattinata si era svolta l'audizione del giornalista in Vigilanza come richiesto da Forza Italia. Un discorso prudente, dai toni misurati, tenuto da un Foa decisamente emozionato tanto da confondere «audizione» con «deposizione» in un tweet lanciato prima di iniziare.

«Domenica è il mio compleanno, chissà che non riceva un bel regalo», ha esordito Foa in Commissione dando prima di tutto assicurazioni sull'imparzialità che caratterizzerà la sua gestione dell'azienda televisiva pubblica. «Sono abituato a discerne tra le opinioni personali e i doveri legati al mio ruolo di garante del pluralismo - ha detto Foa - Non ho mai militato in un partito, né preso una tessera, né cercato appoggi politici per far carriera», definendosi pure «un liberale di cultura antica della scuola di Indro Montanelli». Foa ha aggiunto di credere nei valori «dell'indipendenza dell'informazione, del servire il lettore con umiltà e saper riconoscere i propri errori correggendoli appena se ne è consapevoli». E infatti il neopresidente ieri ha anche corretto il tiro sul Quirinale in riferimento ad alcuni suoi tweet molti critici nei confronti del presidente della Repubblica. «Non è mai stata mia intenzione offendere o mancare di rispetto al presidente Mattarella», si è schermito il giornalista italo-svizzero. Foa ha poi sottolineato che «il mandato conferito dal governo non è politico ma è professionale», assicurando di essere «molto rispettoso delle regole».

Al Pd che grida allo scandalo e all'inciucio Lega, Cinquestelle e Forza Italia replica il capogruppo azzurro in Vigilanza, Giorgio Mulè, spiegando che le rassicurazioni di Foa sulla garanzia del pluralismo informativo sono state convincenti. Il voto a Foa, aggiunge Mulè, non ha nulla a che vedere con le regionali, non è uno scambio. «Il mercimonio non c'entra. Il patto di Arcore rientra nell'ambito della dialettica interna al centrodestra, ma non è vincolato alla Rai», insiste Mulè. Subito dopo il voto sono arrivati gli auguri del governo. «Buon lavoro Presidente», il messaggio del vicepremier Matteo Salvini. Ancor più entusiasta l'altro vicepremier, Luigi Di Maio. «Auguri a Foa Lo aspetta un compito non facile, ma sono sicuro che sarà all'altezza.

Anche in Rai tornerà la meritocrazia», esulta il ministro dello Sviluppo Economico.

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