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La Rai dà 30mila euro a Grillo. È scontro. Ma Salvini: "Farà beneficenza"

Viale Mazzini corrisponde i diritti d’autore per lo spettacolo "C'è Grillo". Scoppia il caso: il Pd contro Freccero. Ma Salvini e Di Maio fanno quadrato

La Rai dà 30mila euro a Grillo. È scontro. Ma Salvini: "Farà beneficenza"

Per il format di Rai Due C'è, così come per tutti i programmi simili, la Rai verserà, proprio come fanno tutte le emittenti, il dovuto per la cessione in licenza dei diritti di diffusione televisiva. Da Viale Mazzini ci tengono a precisarlo dopo le polemiche per la puntata dedicata a Beppe Grillo. "Tale corrispettivo - si legge ancora nel comunicato - viene destinato alla società titolare dei diritti dell'artista". Nelle ultime ore il nuovo format voluto dal direttore di rete Carlo Freccero sta facendo infuriare la sinistra, e in particolar modo il Pd che presto presenterà un'interrogazione parlamentare. "Sono sicuro che Grillo li darà in beneficenza - taglia corto Matteo Salvini su Rtl 102.5 - non ha bisogno di quei 30mila euro".

"Pensare che i soldi del servizio pubblico siano utilizzati per pagare quello che ormai è a tutti gli effetti un leader politico mi sembra folle". Il capogruppo dem in commissione Vigilanza, Davide Faraone, è pronto a dare battaglia. Non sono solo i 30mila euro che viale Mazzini si appresta a versare nella casse (già strabordanti) del comico genovese a fare infuriare le opposizioni. Anche la passerella che Freccero "regala" ai Cinque Stelle a spese degli italiani proprio non va giù. Tanto che anche Michele Anzaldi, segretario della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi, si fionda ad attaccare il direttore di Rai Due accusandolo di "gettare alle ortiche quarant'anni di carriera per fare l'ultrà di Grillo". "Sono cose da Repubblica delle banane", tuona il dem Roberto Morassut ricordando a Grillo che "30mila euro è lo stipendio annuo lordo di un impiegato comunale. Lui lo prende in una botta sola perché è un capo politico".

Al fianco di Freccero, inviperito per l'assedio a cui è sottoposto, si è schierato (ovviamente) il governo gialloverde. "Sono sicuro che li darà in beneficenza, non ha bisogno di quei 30mila euro Grillo", spiega Salvini ai microfoni di Rtl 102.5. Anche Luigi Di Maio fa quadrato: "Freccero sta lanciando un programma che sia chiama "C'è", e domani c'è Grillo poi ad esempio ci sarà Celentano. Ma Grillo non ha firmato alcun contratto con la Rai. Secondo lei Freccero è uno da Istituto Luce?". Il direttore di Rai Due, però, è inviperito. E si sente addirittura messo sotto stress "dal partito Rai che", è la sua denuncia, "spera ardentemente che io lasci la direzione di Raidue per i continui no che ricevo dal coordinamento". Non solo. All'agenzia AdnKronos l'autore Marco Giusti, che firma il programma con Luca Rea, Stefano Raffaele e Roberto Torelli, spiega che verranno trasmessi spezzoni di spettacoli che spaziano dagli esordi in Rai al 2007. "Non c'è il Grillo politico - asscicura - c'è il Grillo televisivo. Sembra la biografia di Pippo Baudo, non è mica una cosa tipo il giovane Hitler. Non è un ritratto agiografico. È un montaggio alla Schegge alla Techetechetè. Per me è storia della tv, non politica".

Freccero acquista che per mettere insieme il programma hanno dovuto acquistare i diritti d'autore di "pochi spezzoni" per un costo appunto di circa 30mila euro. "Non vedo davvero lo scandalo", incalza assicurando ai microfoni dell'Adnkronos che lo show "è costato davvero poco perché i diritti dei suoi programmi Rai sono della Rai. E quindi non abbiamo dovuto acquistare molto materiale". L'analogo programma su Roberto Benigni, per esempio, costerà molto di più. "E pure lì, dov'è lo scandalo? - tuona - io il programma di montaggio su Grillo, così come quello su Celentano e su Benigni, l'ho pensato perché non ho programmi pronti da trasmettere. E devo salvare la rete". E lo ha programmato di lunedì per controbattere ad Adriano Celentano. "Mi aspetto il 5-6% - conclude - sono filmati che hanno già visto tutti. Spesso disponibili anche su YouTube. La polemica mi pare esagerata".

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