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Rai, ecco i direttori «Vanity» che piacciono tanto a Renzi

Il "giovane" Fabiano arriva al primo canale, "l'international" Dallatana al secondo e la "sciccosa" Bignardi al terzo. Leone spostato ai palinsesti e Teodoli a RaiGold

Rai, ecco i direttori «Vanity» che piacciono tanto a Renzi

Un giovane dirigente interno per il primo canale. Una produttrice di programmi vicina all'area renziana per il secondo. Una presentatrice della sinistra chic per il terzo. Così il direttore generale Campo Dall'Orto ha risolto il puzzle della prima linea del management della Tv di Stato. Andrea Fabiano, attuale vice direttore di Raiuno, prende il posto di Giancarlo Leone, destinato al coordinamento dei palinsesti. Ilaria Dallatana, conosciuta per aver dato vita all'Isola dei famosi, in onda per anni su Raidue, diventa responsabile del secondo canale al posto di Angelo Teodoli che prende la direzione di Rai Gold (Rai 4, Rai Premium e Rai Cinema). La vera sorpresa è Daria Bignardi: volto de La7 e presentatrice per un decennio delle Invasioni barbariche diventa direttrice di Raitre al posto di Andrea Vianello. Infine Gabriele Romagnoli, giornalista e scrittore, editorialista di Repubblica, va a RaiSport in sostituzione di Carlo Paris. Tutto molto Vanity (di cui anche Bignardi e Verdelli, neo capo dell'informazione Rai, sono firme).

Le nomine non sono ancora effettive: sono state anticipate ieri ai consiglieri di amministrazione e verranno ratificate oggi in cda (che però ha soltanto parere consultivo). Sono nomi che hanno lasciato tutti un po' spiazzati, dentro e fuori viale Mazzini. Tanto che l'Usigrai, il sindacato interno dei giornalisti, ha subito denunciato «le nomine esterne» e le ha bollate come «una sonora sfiducia e delegittimazione di tutti i dipendenti». In generale, i dubbi riguardano la mancanza di esperienza aziendale: governare le reti è un compito arduo e pieno di insidie e in molti avrebbero preferito dirigenti che conoscono meglio la macchina interna, il personale, le logiche e le divisioni che da decenni influenzano la vita aziendale. Proprio tutto quello che il dg Campo Dall'Orto vuole azzerare dando le reti principali in mano a persone fuori dai giochi, relativamente giovani, con menti fresche. Il fatto è che i quattro non sono però immuni da logiche politiche e reti «amicali». Ilaria Dallatana e Daria Bignardi, le prime due donne a dirigere una rete in Rai, sono amiche di vecchissima data del dg, dai tempi in cui Campo Dall'Orto dirigeva La7.

La prima, 48 anni, ha una grande esperienza di televisione, ha fondato insieme a Giorgio Gori (amico, nonostante qualche dissapore, di Renzi) la Magnolia, società produttrice, oltre dell'Isola, anche dell'Eredità, Masterchef, Pechino Express e tanti altri programmi: ha una visione internazionale e moderna essendo stata nel board di Zodiak Media, la holding che controlla Magnolia. Conosce bene l'ambiente dei produttori e ha le spalle, metaforicamente parlando, belle larghe. Si è presa un anno sabbatico, anche per tacitare le voci di «conflitto di interessi». La nomina di Daria Bignardi, 55 anni, invece, è fonte di forte perplessità: il dg ne ha grande stima e la conosce bene (la volle lui a La7 quando ne era direttore) ma lei non ha esperienza né come manager né come produttrice. Certamente fa parte del giro giusto, quello della sinistra radical chic, lontana dalle atmosfere retrò di Raitre e svolazzante nel pragmatismo renziano. Per anni ha avuto come manager Beppe Caschetto, agente di molti volti noti di Raitre come Fazio e la Littizzetto.Invece Andrea Fabiano a soli 40 anni diventa il più giovane direttore della rete ammiraglia Rai. La scelta ha sorpreso perché non ha una lunga esperienza di prodotto: è vice direttore del primo canale, addetto al palinsesto, da solo un anno e prima si è occupato di marketing. Politicamente, pare, sia più vicino all'area di centrodestra, a suo favore ha giocato la giovane età e la continuità con la direzione di Giancarlo Leone uscito vincente da Sanremo e da anni di buoni ascolti. Non per nulla Leone gli sarà direttamente sopra come responsabile di tutto il palinsesto. Pare, infatti, che il dg non nominerà vice direttori generali e l'attuale, Antonio Marano, con una lunga storia aziendale (solo all'inizio partita dall'area leghista), passerà alla presidenza di Rai Pubblicità (con deleghe operative). L'altro manager di lunghissimo e apprezzato corso aziendale, Angelo Teodoli, dato per possibile successore a Leone, lascia Raidue che ha riportato in vita, per approdare ai canali tematici. Per entrambi ruoli - comunque importanti - di stima.

Del resto loro due non sono Vanity.

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