Cronache

Rai, sospeso Marrazzo "Gestione irregolare della sede in Israele"

Il giornalista nel mirino dell'azienda per le spese a Gerusalemme. Ora rischia il posto

Rai, sospeso Marrazzo "Gestione irregolare della sede in Israele"

Piero Marrazzo è finito di nuovo nei guai. L'ex presidente della Regione Lazio travolto nel 2009 dallo scandalo di droga e trans, rientrato in Rai dopo un calvario personale e quindi in video nel prestigioso ruolo di corrispondente, è stato sospeso dall'incarico di responsabile della sede Rai di Gerusalemme. Insieme a lui è stato colpito da un provvedimento ancora più severo il produttore esecutivo della stessa sede, licenziato in tronco.

La decisione risale ad inizio luglio ed è già stato nominato un responsabile ad interim della sede, Raffaele Genah. Il motivo dietro l'azione disciplinare sono le irregolarità riscontrate dagli ispettori Rai nella gestione dei rimborsi spese della sede di Gerusalemme. Sulla vicenda viale Mazzini mantiene il massimo riserbo, quel che filtra è che Marrazzo avrebbe autorizzato delle spese che non hanno riscontro contabile, note spesa gonfiate o del tutto fittizie che servivano a chi le presentava per incassare uno stipendio extra dalla Rai. Affitti, bollette, troupe, biglietti aerei, costi di produzione chiesti a rimborso a Roma ma mai sostenuti.

L'accusa formulata dalla tv di Stato a Marrazzo è di omessa sorveglianza, in quanto responsabile della sede che autorizzava le spese. La nota ufficiale di viale Mazzini spiega che «la Rai, in seguito a una verifica, ha risolto il contratto del senior producer di Gerusalemme per responsabilità dirette relative ad irregolarità nella gestione amministrativa. In tale ambito, nella sua qualità di caposede, il corrispondente capo Piero Marrazzo è stato momentaneamente sospeso dalle sue funzioni in attesa degli esiti del procedimento disciplinare attualmente in corso».

L'indagine è partita nel marzo scorso da una lettera anonima indirizzata al direttore Internal Auditing della Rai, Delia Gandini. A quel punto la dirigente ha aperto un procedimento e inviato tre ispettori a Gerusalemme, che per due settimane hanno scartabellato tutta la contabilità della sede. Tornati a Roma con un report dettagliato, è subito scattato il licenziamento del producer mentre la sospensione di Marrazzo è arrivata all'inizio di luglio. Il giornalista ha fatto sapere che renderà pubblica a breve una sua versione di quel che è accaduto. Nel frattempo la direzione Internal Auditing sta verificando la posizione del giornalista e le giustificazioni alle firme apposte nelle note spese contestate. Gli esiti del provvedimento, fanno sapere fonti qualificate aziendali, possono essere due: il reintegro nello stesso incarico o il licenziamento. La domanda che circola nei corridoi, visto il carattere top secret dell'indagine interna, è se i sospetti dell'azienda riguardino anche una presunta «cresta» fatta da chi autorizzava le spese. O se invece l'addebito per Marrazzo sia soltanto di aver svolto superficialmente il compito di controllare le spese della sede. Accusa che resta comunque pesante e giustifica un provvedimento grave come la sospensione dall'incarico. La decisione finale, finito il lavoro dell'auditing, spetterà all'ad Fabrizio Salini.

Quella delle note spese in Rai è una vera e propria arte. Il «gonfiaggio» delle stesse una pratica consolidata e in certi casi avvolta da alone leggendario. Le note spese di corrispondenti esteri ed inviati, poi, mitologiche.

Emilio Fede inviato in Etiopia negli anni '70 fu soprannominato «Sciupone l'Africano» per l'entità spropositata delle spese, mentre più di recente finì sotto osservazione (prima di dimettersi) Antonio Caprarica per la gestione delle spese a Londra.

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