Politica

In Rai la spunta la Maggioni. Rosica l'arcinemica Berlinguer

Intesa tra Pd e Forza Italia sul nome della giornalista. Fortis l'ultimo componente del Cda che dà il via libera alla nomina all'unanimità. In Vigilanza 29 sì, 4 no e Sel e M5S astenuti

Monica Maggioni a un convegno a Borgo La Bagnaia (Siena)
Monica Maggioni a un convegno a Borgo La Bagnaia (Siena)

Doveva essere una donna e doveva avere il via libera di Silvio Berlusconi. Matteo Renzi ha sfogliato la margherita ed è rimasto un solo petalo con il nome di Monica Maggioni, la cui nomina a presidente della Rai ieri mattina sarebbe stata sbloccata da una telefonata dell'indispensabile Gianni Letta.

E se è vero che quello che succede in Rai non è altro che lo specchio di quello che accade poi anche fuori dall'azienda televisiva non è escluso che questa intesa Renzi-Forza Italia potrebbe essere un primo passo verso una collaborazione più sistematica anche sulle prossime riforme. «È un fatto positivo che in un Cda ci sia un dipendente che rappresenta quell'azienda», il commento a caldo del premier che però evidentemente non ha tenuto in considerazione il fatto che la Maggioni proprio perché dipendente Rai potrebbe già aver collezionato un bel numero di nemici dentro l'azienda. La sua nomina sarebbe infatti andata di traverso alla collega Bianca Berlinguer. Tra le due ci sarebbe una vecchia ruggine che risale ai tempi della nomina della Maggioni a direttrice di Rainews24 dovuta al fatto che quest'ultima sarebbe sempre stata portata in palmo di mano dall'ex dg Rai, Luigi Gubitosi, a tutto svantaggio della direttrice del Tg3. La Maggioni incassa invece i complimenti del leader Cgil, Susanna Camusso che la definisce «autorevole» la Camusso però boccia le nomine del Cda ispirate alla logica del «familismo».

E Renzi è intervenuto in difesa dei nomi del neonato Cda svelando l'altro nome atteso designato dal Tesoro, nome poi ufficialmente annunciato dall'assemblea degli azionisti nel pomeriggio. Si tratta dell'economista Marco Fortis, da settembre scorso consigliere economico del premier.

È evidente che Renzi voleva chiudere in fretta la partita Rai tanto che poco dopo la conclusione dell'assemblea degli azionisti il consigliere anziano Arturo Diaconale in serata ha convocato il primo Cda Rai che ha recepito le indicazioni del Tesoro su Fortis consigliere e Maggioni presidente all'unanimità.

Subito dopo a seguire la convocazione della Vigilanza per confermare la Maggioni che, come prevede la legge Gasparri, doveva ottenere la maggioranza di due terzi. E la conferma è arrivata in tarda serata con il via libera della Vigilanza con 29 sì, 5 schede bianche e 4 no (due gli assenti). M5S si è astenuto dal voto e ha bocciato la Maggioni perché «non può garantire indipendenza e lontananza da conflitti di interesse». Astensione anche per Sel mentre Fratelli d'Italia si è schierata per il no. A favore Miguel Gotor della minoranza dem. Oggi nuova riunione per la poltrona di direttore generale per la quale il nome più accreditato resta quello del veneto Antonio Campo dell'Orto sul quale il premier ha più volte espresso la sua preferenza. Ai pesanti mal di pancia della minoranza Pd infuriati per l'intesa con il centrodestra e agli attacchi dei grillini Renzi ha risposto in modo molto duro. «Io non posso pensare che un direttore di un giornale perché scelto dal centrodestra non vada bene e invece un'espressione dei «girotondi» va bene perché l'ha scelta un'associazione culturale di sinistra - ha tagliato corto Renzi - se è bravo è bravo, se non è bravo non è bravo. Anziché mettere alla Rai astrofisici nucleari il Parlamento ha messo degli esperti di comunicazione, succede». Ovvio, ha precisato il premier, che con la legge Gasparri il Cda non poteva che essere espressione dei gruppi parlamentari.

E se la riforma Rai è slittata a dopo le nomine non è certo colpa del governo, ha concluso.

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