Cronache

Il re della maratona ci riprova in autunno: "Giù il muro delle due ore, sfida alla storia"

Il keniano Kipchoge ha già mancato l'impresa a Monza per soli 26 secondi

Il re della maratona ci riprova in autunno: "Giù il muro delle due ore, sfida alla storia"

Fidippide non aveva sponsor. E non sappiamo quanto tempo ci mise a percorrere i 42 chilometri e passa tra Maratona e Atene fatti di corsa e con tutta l'armatura addosso per annunciare ai suoi la vittoria della battaglia di Maratona e poi - guarda un po' - crepare.

Era l'estate del 490 avanti Cristo. Duemilacinquecento anni dopo un suo erede, il signor Kipchoge Eliud, di nazionalità keniota, correrà una maratona (gara che da quella leggendaria impresa prende il nome) in meno di due ore. Abbattendo un muro psicologico inimmaginabile. L'impresa sarebbe pari - secondo la stampa inglese - a quella di Roger Bannister che proprio 65 anni fa, era il 6 maggio 1954, corse il miglio, allora la corsa simbolo dell'atletica mondiale, in meno di 4 minuti: 3 minuti, 59 secondi e 4 decimi. Una gara che è diventata un film, una leggenda, una pietra miliare.

Più o meno lo stesso accadrebbe se in ottobre Kipchoge dovesse riuscire a mettere l'1 davanti al record mondiale della maratona (anche se di record non si può parlare bensì di migliore prestazione). Lui che già vanta il miglior tempo di sempre omologato (2h01'39) e anche la migliore prestazione non omologata, ottenuta all'autodromo di Monza nel 2017: 2h00'25, in condizioni però che non rispettavano del tutto gli standard imposti dalla federazione mondiale, la Iaaf. C'erano ad esempio troppi pacemaker (gli atleti che si danno il cambio nell'imporre un determinato ritmo alla corsa), il rifornimento era costante grazie a delle biciclette e c'era un'auto apripista troppo ravvicinata.

In realtà anche il tentativo di ottobre si svolgerà in condizioni decisamente «artificiali» rispetto a una normale maratona. Prima di tutto la gara sarà corsa lungo un circuito di 2 o 3 chilometri ripetuto diverse volte che si snoda per le vie di Londra, su strade perfettamente pianeggianti e lisce e senza curve a gomito. Strade che saranno chiuse al traffico per l'occasione e per questo l'organizzazione dell'evento si augura che l'amministrazione cittadina sia amica. Infatti la corsa sarà disputata in un giorno all'interno di una finestra di tre fine settimana consecutivi, non appena si verificheranno le condizioni meteorologiche ritenute ideali per correre tanto veloce: temperatura attorno a 12 gradi, niente pioggia e poco vento. Insomma, sarà un'instant run, e non vorremmo essere negli scarsi panni di Kipchoge, che vivrà quelle settimane in stato di comprensibile ansia. Anche perché per un'impresa del genere non ci sono seconde chance. Di certo anche in questo caso la Iaaf non omologherà il risultato di Kipchoge, che però non sembra crucciarsene più di tanto. «La mia sfida è alla storia e all'umanità, non alla federazione», spiega.

Un'altra ombra sulla possibile maratona della storia è data dal finanziatore dell'impresa (ribattezzata «1:59 challenge»). Si tratta di Jim Ratcliffe, l'uomo più ricco della Gran Bretagna e parecchio controverso: la sua Ineos, società petrolchimica, è da tempo sotto attacco da parte degli ambientalisti per il modo un po' troppo disinvolto di procedere alle trivellazioni.

Per questo qualche giorno fa a Doncaster decine di militanti anti-fracking (la pratica di estrazione del petrolio per frattura idraulica) hanno protestato alla partenza del giro ciclistico dello Yorkshire, battesimo del team Ineos per cui gareggia un mito dello sport britannico, Chris Froome. Kipchoge dovrà battere oltre a se stesso e alla storia anche i seguaci di Greta?

Commenti