Coronavirus

Il rebus dei sedili occupati. «A contarli saranno gli autisti»

Un tranviere milanese: "Se il mezzo è al completo non apriamo le porte". Vetture sanificate durante il giorno

Il rebus dei sedili occupati. «A contarli saranno gli autisti»

La buona notizia (parola di un addetto ai lavori) è che i pendolari milanesi «finora sono stati molto collaborativi». E d'altra parte, finora ci sono state aziende con il 75% del personale in smart working, lezioni a distanza, il turismo annullato dal Covid. La prova del nove scatterà nelle prossime settimane, con la riapertura di scuole e uffici tornerà la tentazione di «spingere» per salire sui mezzi. Il caos è (quasi) assicurato. Governo e Regioni due giorni fa hanno trovato l'accordo sulle linee guida nel trasporto pubblico locale, il limite di affollamento sui mezzi è stato fissato su una capienza massima dell'80% che può arrivare al 100% per le distanze al di sotto dei quindici minuti.

Mirko, uno dei 9.800 dipendenti Atm, l'azienda che gestisce i trasporti pubblici di Milano, attende le nuove direttive che stanno trasformando gli autisti in contabili. Tranviere da tre anni, fino a quando non scatteranno le nuove disposizioni sta facendo rispettare il limite del 60% di occupazione a bordo, il metodo non cambierà molto. I tram milanesi non sono come i vecchi autobus rossi londinesi, si può salire dalle porte centrali e posteriori mentre continuerà a rimanere chiusa quella davanti per tutelare il conducente. Come si fa a tenere il conto dei passeggeri? Prima regola, «il buonsenso - ammette -, chi guida quotidianamente lo stesso mezzo con il tempo acquisisce l'occhio, sa quanta gente c'è a bordo». Ma ogni conducente a inizio servizio viene dotato (anche) di una scheda con i numeri relativi a capienza e taglio dei posti a seconda del modello. Mirko conduce da tempo lo storico tram «Carrelli» che percorre il centro storico della città (la linea 1 sfiora via Montenapoleone, piazza Scala, piazza Duomo, l'Arco della Pace), in tempi di Covid può caricare al massimo 40 persone (in piedi o sedute), sul «Sirietto», la linea 14 che conta 45 fermate tra il piazzale del Cimitero Maggiore e il quartiere Lorenteggio, periferia Sud, può arrivare fino a 80. A parte il buonsenso, «per tenere sotto controllo il livello di riempimento e la distribuzione dei passeggeri sul mezzo usiamo telecamere a bordo e specchietto». Quando il limite è superato, il conducente inserisce la veletta che indica ai passeggeri in attesa alla fermata che il mezzo è completo, devono aspettare quello successivo, inutile fare i furbi. «In questo caso - spiega - comunichiamo ripetutamente a bordo che va prenotata la fermata perché se nessuno richiede lo stop siamo autorizzati a proseguire per agevolare il servizio di linea».

Finora non c'è stato bisogno di «spingere» per salire, ma il mood potrebbe cambiare in proporzione all'aumento dei passeggeri. «Personalmente non ne ho mai avuto bisogno in questi mesi - spiega il tranviere - ma se non basta l'invito a scendere posso contattare la sala operativa che decide se è il caso di far intervenire la security Atm o le forze dell'ordine per far scendere i clienti in eccesso». Il mezzo in attesa dei rinforzi resta fermo. Stessa procedura per chi rifiuta di indossare la mascherina: «Prima l'invito audio e se non basta arrivano i vigili». Quando il tram fa una sosta lunga al capolinea o in deposito, scatta la sanificazione del mezzo e del posto del conducente. E ieri Atm ha deciso di avviare la sanificazione durante la giornata e non solo a fine servizio anche per i treni della metropolitana, dove il rispetto dell'80% sarà tarato a intervalli regolari con il controllo automatico dei passeggeri ai tornelli, in caso di assembramento verranno bloccati. Saranno eliminati i «bollini» che vietano l'utilizzo di sedili a bordo mentre per ora rimarranno quelli a terra all'interno delle stazioni, per indicare i percorsi che garantiscono il distanziamento sociale. Ci sono 150 dispenser di gel distribuiti tra le 113 stazioni della metropolitana, sarà sperimentata la diffusione del gel anche a bordo della linea «circolare» 90/91.

La regola della distanza, secondo il documento diffuso dal ministero dei Trasporti, non vale «quando si tratti di persone che vivono nella stessa unità abitativa, nonchè tra i congiunti e le persone che intrattengono rapporti interpersonali stabili».

Commenti