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Recupero crediti, stop allo stalking. Fratelli d'Italia chiede una legge

Meloni: «Sono vere molestie da punire con sanzioni esemplari»

Recupero crediti, stop allo stalking. Fratelli d'Italia chiede una legge

Roma - Cittadini che diventano martiri per colpa delle società di recupero crediti. Fratelli d'Italia dice stop allo stalking bancario. Ieri il presidente Giorgia Meloni a Montecitorio ha presentato una proposta di legge per estendere il reato di molestie persecutorie anche alle attività illecite messe in atto dalle agenzie di recupero nei confronti di chi ha debiti con banche, società finanziarie e grandi aziende.

«Renzi dice basta allo Stato vessatore - ha sottolineato la Meloni - noi vogliamo dargli una mano: chiedo un incontro con lui per parlare della nostra proposta, così cominciamo a fare le cose sul serio. Vogliamo che il reato di stalking sia ampliato e inasprito quando le molestie reiterate sono portate avanti dalle società per il recupero credito e che il reato sia punto in maniera esemplare». Tra le pratiche «scorrette» incessanti telefonate, lettere recapitate con finti decreti ingiuntivi e pressioni di ogni tipo. «Da anni FdI agisce dalla parte del popolo contro i poteri forti - ha detto la presidente - Sono troppi i cittadini vessati con atti di bullismo dal pubblico o dal privato. Cittadini esposti e impossibilitati a difendersi». Ne sa qualcosa Laura Schiavo, vedova di Dario Casotto, l'imprenditore che nel giugno 2014 a causa delle pressioni subite si è tolto la vita. Proprietario di un'enoteca, aveva aperto un fido di 20mila euro per la sua attività e un mutuo. Per 11 anni non ha mai saltato una rata, poi con la crisi economica i debiti erano cresciuti. «Ogni giorno chiamavano mio marito dalle banche per esortarlo a pagare, finché non ce l'ha fatta più e si è tolto la vita», ha raccontato la moglie, testimonial della campagna #stopstalkingbancario.

«Se riusciremo a impedire che altre famiglie subiscano lutti simili sarà un premio per la nostra attività politica», ha aggiunto la Meloni. «Si deve tornare a una riscossione più umana, più etica e più onesta - fa eco il deputato Walter Rizzetto, primo firmatario della proposta - Il debito deve essere rinsaldato, ma si deve capire che se una persona non paga perché vuole fare l'evasore o perché è in evidenti difficoltà. Abbiamo lanciato una raccolta firme, continueremo la nostra battaglia per far calendarizzare la proposta il prima possibile sia alla Camera che in Aula».

Fabio Rampelli, capogruppo a Montecitorio, ha infine ricordato l'attenzione storica del partito su questo tema: «Gli istituti di credito devono essere al servizio dei cittadini non della grande speculazione finanziaria».

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