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Reddito di cittadinanza per gli immigrati: altre crepe nell'esecutivo giallo-verde

Salvini lo ha limitato ai soli italiani, ma Di Maio potrebbe sconfessarlo

Reddito di cittadinanza per gli immigrati: altre crepe nell'esecutivo giallo-verde

Due indizi non fanno una prova. Ma un sospetto sì: ovvero che a Matteo Salvini non riesca la mediazione messa nero su bianco sul contratto, di riservare il reddito di cittadinanza, cavallo di battaglia dei pentastellati, solo agli italiani.

Nel documento frutto di giorni di tira e molla tra i rispettivi sherpa, la misura è in effetti prevista per i «cittadini italiani». Pare però difficile credere che alla fine l'attuazione del sogno grillino possa prescindere dalla proposta di legge presentata in Parlamento dal M5s. Un vero cardine dell'identità pentastellata. E a rileggere quel testo, infatti, si scopre che venivano indicati esplicitamente nella platea dei beneficiari non solo gli italiani, ma anche i cittadini di Paesi membri Ue insieme con «gli stranieri provenienti da Paesi che hanno sottoscritto accordi di reciprocità sulla previdenza sociale». Per tutte queste categorie, il provvedimento specificava che fosse «garantito un reddito stabilito in ordine alla composizione del nucleo familiare ed all'indicatore ufficiale di povertà monetaria dell'Unione europea quantificato in 780 euro mensili». Ma quali sono questi Paesi citati dal ddl pentastellato? Sul sito dell'Inps si trova, aggiornato al 2015, l'elenco degli Stati con cui Roma ha stipulato «convenzioni bilaterali di sicurezza sociale»: oltre a Argentina, Brasile, Turchia, Messico, Uruguay, Australia, per esempio, figura anche la Tunisia. Che è, secondo le classifiche del Viminale, pure il secondo Paese di afflusso di migranti sulle nostre coste. L'accordo, che risale al 1987, «si applica a tutti i lavoratori che possono far valere periodi di assicurazione in Italia e in Tunisia, nonché ai loro familiari e superstiti». Dunque, il sostegno al reddito, almeno come formulato originariamente dai grillini, spetterebbe anche a immigrati regolari tunisini.

Secondo indizio: prima della stesura del contratto, in una recente intervista a Otto e mezzo, una dichiarazione del senatore, allora ancora candidato M5s, Emilio Carelli aveva allarmato il centrodestra sull'utilizzo dello strumento: «Il reddito di cittadinanza è destinato agli immigrati regolari solo dell'Unione Europea o di quei paesi extra Unione Europea che hanno un accordo bilaterale che prevede, diciamo così, un sostegno di questo tipo o un'assistenza di questo tipo anche nel loro paese. Cioè una reciprocità».

Esattamente quanto previsto dal primo disegno di legge. E se in questi giorni il segretario leghista ha rivendicato di aver ottenuto che invece quella misura «sia solo per i cittadini italiani, che è la cosa che mi stava più a cuore», come per la Tav, con le uscite pubbliche di Di Maio che hanno smentito la linea equilibrista tenuta nel contratto, anche per il reddito di cittadinanza rischia di esserci uno sfasamento tra quanto scritto e la realtà.

Soprattutto perché la restrizione della platea ai soli italiani potrebbe far storcere il naso all'ala sinistra del partito, incarnata dal presidente della Camera, Roberto Fico.

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