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Reddito di cittadinanza, stretta sui finti divorzi

Accordo M5s-Lega contro le separazioni richieste per beneficiare del sussidio

Reddito di cittadinanza, stretta sui finti divorzi

Basta una stretta di mano tra gli alleati e la maratona sul decretone può partire. Senza dimenticare qualche norma importante, come la stretta su finti divorzi per il reddito di cittadinanza. Dopo un lunedì di stallo, ha preso il via in maniera spedita il voto in Commissione Lavoro al Senato, con l'obiettivo di chiudere entro la settimana e arrivare con il testo in aula lunedì 25. Per aprire le danze è servito, però, un vertice a Palazzo Chigi, dove tra Lega e M5S è arrivata un'intesa sugli emendamenti. Per un'ora al tavolo si sono riuniti il premier Giuseppe Conte, Luigi Di Maio, Giancarlo Giorgetti, Riccardo Fraccaro, Laura Castelli, Massimo Garavaglia e Claudio Durigon.

"Abbiamo visto gli emendamenti, è tutto a posto - ha spiegato il sottosegretario al Lavoro - Una parte andrà alla Camera e una parte al Senato". In primis ci sarebbe quindi luce verde per i fondi per i disabili voluti dal Carroccio, che mira a estendere la pensione di cittadinanza ai nuclei con persone under 67 con soggetti con handicap in famiglia. Spuntano poi importanti paletti per il Rdc: verrà escluso chi ha cambiato residenza dopo il primo settembre 2018; per assicurare il rispetto delle norme, ci saranno scrupolosi controlli dei vigili urbani. Niente beneficio per 5 anni anche a chi rilascia dichiarazioni mendaci. E se arrivano segnali distensivi da Chigi, al Senato può partire la marcia degli emendamenti in Commissione. Che ha iniziato i lavori nel tardo pomeriggio, promettendo sedute fiume anche fino a domenica. Il punto più rilevante riguarda l'ok alla norma che prevede che qualora la "separazione o il divorzio è avvenuta successivamente alla data del 1°settembre 2019, il cambio di residenza deve essere certificato da apposito verbale della polizia locale", già ribattezzata come testo anti furbetti. Saltano invece gli incentivi per chi assume colf o badanti.

Un emendamento a firma M5S al decretone proponeva infatti uno sconto per le famiglie che assumevano un beneficiario di reddito di cittadinanza in relazione al lavoro domestico, ma è stato bocciato. Per un gioco di incastri, alt allora anche alla mini-tassa (proposta dalla Lega) per attirare in Italia lavoratori dall'estero. Il riscatto della laurea? La risposta la dà in Commissione Bilancio il sottosegretario al Mef Laura Castelli: "Possiamo dire che è un tema molto sentito. Il governo lavorerà ad un altro testo". Saranno settimane molto intense per l'esecutivo: dopo l'ok in Senato atteso per la metà della prossima settimana, per il decretone inizierà l'iter alla Camera, dove sono attese le modifiche più importanti al testo.

Al momento l'equilibrio gialloverde si è trovato: resta da vedere se reggerà fino a Montecitorio.

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