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Referendum, è ancora bagarre. E Renzi tentenna sulla data

Opposizioni all'attacco, Grillo lancia l'hastag #Renzifissa la data. D'Alema smaschera il premier: "Solo una furbizia"

Referendum, è ancora bagarre. E Renzi tentenna sulla data

"Trovo sgradevole questo non voler dire la data del referendum. Una furbizia". Massimo D'Alema non le manda a dire e non perde occasione per attaccare il governo, sempre più nel pallone in vista del voto sulle riforme costituzionali.

"Sarà probabilmente a fine novembre", aveva detto ieri Maria Elena Boschi. "La data del referendum seguirà le disposizioni di legge", ha aggiunto stamattina in burocratese Matteo Renzi. L'impressione, però, è che il premier voglia prendere tempo.

Ed è proprio sulle date che si concentra ora la polemica politica. "Vorrei che si definisse la data perché ci si possa pronunciare", attacca oggi D'Alema lanciando ufficialmente la sua campagna per il no, "Abbiamo ascoltato minacce di dimissioni, di caduta del governo. Salvo poi tornare indietro e dire che non ci si dimette più, perché intanto i sondaggi erano cambiato. Tutto era stato pensato per un plebiscito personale, l'escalation era il referendum e le elezioni politiche. Ora non si sa più cosa fare, anche per questo non si decide la data. E il Paese, in questo momento, avrebbe bisogno di altro".

"È incredibile come Renzi e Boschi continuino a giocare con il referendum e con le date", attacca Stefania Prestigiacomo (Forza Italia), "Il no vincerà mettendo Renzi in un angolo e a quel punto si dovranno tirare le somme e assumersi tutte le responsabilità di una maggioranza che ha dimostrato di non essere in grado di guidare il Paese".

E Beppe Grillo lancia la battaglia anche con un hashtag: "#RenziFissaLaData", scrive sul blog del Movimento Cinque Stelle Piero Ricca. "A tutt'oggi, lunedì 5 settembre, non conosciamo la data del referendum costituzionale", sostiene il post, "Il consiglio dei ministri si è riunito più volte da quando, l'otto agosto scorso, la corte di cassazione ha dato il formale via libera al referendum, ma non è riuscito a trovare cinque minuti per approvare la data. Prima si parlava di ottobre, poi di inizio novembre, poi di ultima settimana di novembre. L'altro giorno la ministra Boschi ha buttato lì che si potrebbe slittare ai primi di dicembre. Ancora un po' e si arriva alle feste di Natale, incompatibili per definizione.

Torna in mente la favola di quel tale cui fu concesso di scegliere l'albero al quale venire impiccato: non ne trovava mai uno adatto".

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