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Dal Piemonte alla Lombardia: il trasferimento della provincia

La Corte di Cassazione ha dato il via libera al referendum, da tenersi entro l'inizio del 2019, sul trasferimento della provincia del Verbano Cusio Ossola dal Piemonte alla Lombardia

Veduta di Verbania
Veduta di Verbania

"It's coming home". Il motto della nazionale inglese, reso famoso durante gli ultimi mondiali di Russia, presto potrebbe diventare anche quello dei cittadini verbanesi. È di ieri infatti la notizia che la Corte di Cassazione ha dichiarato legittima la proposta di referendum presentata lo scorso 13 giugno da parte del comitato Pro Lombardia, capitanato dell'ex senatore della Lega Nord Valter Zanetta e dal consigliere provinciale Luigi Spadone, per il passaggio della provincia del Verbano Cusio Ossola - nota anche come Vco - dalla regione Piemonte alla Lombardia. Un iter burocratico che era iniziato nel 2017 con la raccolta di oltre 5.200 firme tra la popolazione delle valli, a cui è seguita il 3 maggio scorso la delibera di approvazione unanime da parte del consiglio provinciale. Adesso il referendum dovrà essere ufficialmente indetto, tramite decreto del Presidente della Repubblica, entro tre mesi dal si della Cassazione, con il successivo svolgimento che sarà effettuato entro altri tre mesi. Se tutto andrà avanti senza intoppi, all'inizio del prossimo anno coloro che vivono sull'altro lato del Lago Maggiore saranno chiamate alle urne per decidere il futuro della propria provincia.

La voglia di Lombardia dei valligiani non nasce però, come si potrebbe facilmente pensare, esclusivamente sull'onda emotiva delle recenti consultazioni autonomiste svoltesi ad ottobre. I territori che compongono il Verbano Cusio Ossola sono infatti sempre stati storicamente lombardi, sin da quando nel 1381 entrarono a far parte del Ducato di Milano ed iniziarono così a subire l'influenza culturale della città meneghina, che si riflette ancora oggi ad esempio nei dialetti della zona, linguisticamente appartenenti alla lingua lombarda. Il capitolo - o forse è meglio dire la parentesi - piemontese nella storia della provincia inizia invece con il Trattato di Worms del 1743, quando le terre dell'allora Alto Novarese vennero cedute ai Savoia dall'arciduchessa Maria Teresa d'Austria. Un'unione forzata che nonostante l'istituzione della provincia nel 1992 non è stata mai ben digerita dagli abitanti, e che è stata spesso motivo di scontro anche sotto l'ambito strettamente economico, dato il persistente stato di crisi che da decenni attraversa le valli.

Al di la degli aspetti squisitamente identitari, passare sotto le insegne della rosa camuna comporterebbe infatti per il Vco una serie di vantaggi pratici non di poco conto, considerando anche come la provincia sia l'unica, oltre a quelle di Sondrio e di Belluno, ad essere riconosciuta dallo Stato per le sue specificità montane. Tra i principali benefici ci sarebbe ad esempio la totale restituzione dei canoni idrici pagati dai produttori di energia idroelettrica, che come spiega il vicepresidente del comitato promotore Luigi Spadone: "In Piemonte pagano 18 milioni di euro all'anno di canone idrico per un importo Euro/Kilowatt che è doppio rispetto a quello lombardo. Di questi 18 milioni sul territorio del Verbano Cusio Ossola non torna nulla da parte della regione Piemonte mentre nella regione Lombardia alla provincia di Sondrio viene restituito il tutto, quindi a fronte di un pagamento che è doppio c'è un ritorno economico che è pari a zero". Altri vantaggi risiederebbero inoltre nella riduzione dell'Irpef, nel bollo dell'auto inferiore, nella migliore qualità della sanità pubblica e negli sconti sul carburante per i distributori di benzina che si trovano al confine con la Svizzera. A ciò si aggiunge anche il fattore puramente logistico che la quasi totalità delle vie di comunicazione del territorio convergono su Milano anziché su Torino.

Così mentre i governatori lombardi, dapprima Maroni e ora Fontana, hanno accolto a braccia aperte la possibilità di avere una tredicesima provincia per la loro regione, dall'altra sponda del Ticino si alzano voci contrarie al progetto, anche da parte di chi per primo ormai quarant'anni fa si adoperò per l'autonomia del Vco. Secondo Gianni Motetta, ex parlamentare del Pci che nel 1979 firmò la proposta di legge per la costituzione della provincia del Verbano Cusio Ossola, l'iniziativa referendaria è solo un bluff elettorale, come già nel novembre scorso dichiarò in un'intervista a La Stampa: "Siamo al ridicolo! Il referendum deve essere fatto per avere la Provincia autonoma, non per passare dal Piemonte alla Lombardia. Quando, in tanti, dagli industriali al sindacato, ci mettemmo a lavorare per quello che una volta si chiamava Alto Novarese, avevamo ben chiaro un progetto: volevamo non una nuova provincia, ma una provincia nuova che affrontasse le questioni che già all’epoca stavano venendo avanti: la crisi, la montagna, la distanza dai grandi centri urbani e soprattutto l’essere, come dicono oggi, la porta dell’Europa".

Pareri critici provengono anche dal vice presidente della regione Piemonte Aldo Reschigna, che afferma: "Restiamo convinti che il passaggio alla Lombardia sarebbe una scelta sbagliata, che non darebbe una prospettiva nuova, di sviluppo, all'intera provincia. Siamo disponibili a incontrare i rappresentanti istituzionali del Vco per discutere ancora del nostro contributo per lo sviluppo di quel territorio". Il governatore piemontese Sergio Chiamparino prende invece atto della sentenza, in quanto si trattava di una mera formalità legislativa, e commenta: "Non ho mai avuto dubbi che i proponenti avessero rispettato i requisiti necessari. Naturalmente l’espressione della sovranità popolare rappresenta il momento più alto dell’esercizio della democrazia, e proprio per questo motivo avvieremo un confronto serrato con tutte le realtà del Vco, anche in considerazione del fatto che mai nessuna amministrazione prima di noi ha portato avanti progetti strategici come l’ospedale di Ornavasso e interventi su viabilità e infrastrutture, anche in surroga a competenze dello Stato e di altri enti locali".

Salvo sorprese dell'ultimo minuto quindi, si prospetta un futuro sotto il Pirellone per la provincia alpina dimenticata, già affiliata alla Lombardia grazie all'appartenenza comune all'Euroregione Insubrica.

Se il referendum dovesse avere esito positivo sarebbe inoltre il primo caso in Italia di un'intera provincia a passare da una regione ad un'altra, ma per saperlo con certezza dovremo aspettare l'anno prossimo, quando gli elettori "secessionisti" si troveranno davanti la seguente domanda: "Volete che il territorio della provincia del Verbano Cusio Ossola sia separato dalla Regione Piemonte per entrare a far parte integrante della Regione Lombardia?”.

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