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Referendum, Saviano decide di non schierarsi

Dopo aver espresso la propria opinione praticamente su tutto, lo scrittore preferisce non schierarsi: "Questo referendum non mi riguarda"

Referendum, Saviano decide di non schierarsi

"Comunque agisca l'intellettuale, sbaglia", diceva il filosofo tedesco Theodor Adorno. Roberto Saviano invece preferisce non agire. E sembra quasi smettere i panni dell'intellettuale. A leggere l'ultimo suo scritto, vergato nella rubrica L'Antitaliano dell'Espresso, si sobbalza quasi dalla sedia partendo dal titolo e continuando con l'incipit. "Questo referendum non mi riguarda". E ancora: "Non mi avrete mai".

Preludio di una pilatesca rinuncia a parlare dell'argomento principe della politica italiana, quel referendum del 4 dicembre su cui costituzionalisti, filosofi, giuristi, scrittori si accapigliano da mesi barricandosi nella trincea del No o in quella del Sì.

Ma Saviano fa un passo indietro. "Non accetto di alimentare questo eterno clima da campagna elettorale. Mi piace chi ammette, con consapevolezza e responsabilità, che qualunque sia l’esito del voto referendario per il nostro Paese cambierà poco o nulla. Mi piace tranquillizzare gli italiani su un punto: se vincesse il no l’Italia non sprofonderebbe nel baratro e una riforma costituzionale sarà sempre possibile in futuro, come in caso di vittoria del sì non ci sarà alcuna deriva autoritaria. Non ci saranno accelerazione, progresso risparmio in caso di vittoria del sì e non ci sarà lentezza e stallo in caso di vittoria del no".

La sentenza dell'autore di Gomorra è lapidaria e mette una pietra sopra a ogni tipo di dibattito: questo referendum non serve e non cambia nulla. Punto. Anzi, l'unica conseguenza che potrebbe sortire riguarda il premier Matteo Renzi che, secondo Saviano, "ci ha messo la faccia, sbagliando, rendendo questo referendum uno spartiacque, ma non per il Paese, ma per se stesso".

Insomma, Saviano si defila e non vuole saperne di essere tirato in ballo in alcun modo: "Non mi chiamate in sostegno, questo referendum è solo affar vostro, per questo referendum, io non ci sono". Resteranno delusi coloro che attendevano con ansia il parere dello scrittore. Resteranno sorpresi invece coloro che, solo per citare gli ultimi casi, lo hanno sentito concionare praticamente su tutto: da Giulio Regeni al Fertility Day della Lorenzin; da Cantone a Charlie Hebdo; dal sisma di Amatrice al Movimento 5 Stelle; dai migranti di Capalbio al tragico scontro tra treni ad Andria; dalla Brexit allo schianto del bus con a bordo ragazze italiane in Erasmus in Catalogna. In queste e in altre occasioni, lo scrittore ha sempre sentito il bisogno di dire la sua, di trasmettere al pubblico la propria esperienza, il proprio pathos. Ma sul referendum che potrebbe cambiare la nostra Costituzione (quella difesa più volte a spada tratta dallo stesso Saviano) diventa algido e preferisce non agire. Forse per non sbagliare.

O forse per paura di non schierarsi contro Renzi.

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